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FELICITÀ È: MIO MARITO CHE DICE «SIAMO UNA FAMIGLIA, IO, TE E LA MAMMA»

di Mariateresa Zattoni      
La felicità del matrimonio è nello sguardo sulle cose piccole. Ho sorpreso mio marito mentre diceva alla figlia di tre anni: «Sai cosa siamo noi? Una famiglia, io, te e la mamma».

DELIA

 — È vero, cara Deliala felicità sta nelle piccole cose, cioè nel coglierle, gustarle, celebrarle... anche se, a nostro parere, la parola felicità è sempre troppo grossa, troppo impastata di emozioni, di magico batticuore. Preferiremmo parlare di sorriso: le mini-sorprese che uno può cogliere in famiglia ci fanno sorridere, ci allargano l’anima, ci dicono che è bene ciò che è. Tu infatti, cara Delia, hai le antenne alzate: cogli una parola che ti sorprende. Tuo marito sta “istruendo” la piccola figlia sul cuore della vita: l’essere famiglia. Anche a noi viene da sorridere: forse tuo marito ha letto in un “antico” testo scritto assieme a mio marito (ancora in circolazione): Ben essere in famiglia, dove appunto cerchiamo di penetrare il segreto dell’essere famiglia. Provo ad analizzare le parole acutissime di questo papà. «Noi siamo»: dice alla sua piccola che c’è un noi che ci lega, qualcosa che ci definisce secondo l’appartenenza e l’identità. Prima di essere “io”, siamo noi, cioè ci apparteniamo. Per metterla sul semplice: non siamo tre sassi buttati per caso sul letto di un fiume; ciascuno dei sassi è sé stesso, tant’è che può andarsene e gli altri rimangono sassi tal quale. Ma il noi famiglia ci lega e ci definisce! «Noi tre ci apparteniamo» vuol dire infatti che siamo insieme, che ci plasmiamo a vicenda. Senza di te, dice questo benedetto uomo alla piccola che ha messo al mondo, io non sarei quello che sono: un padre. Ma non un padre qualsiasi, un padre come miliardi di altri, ma il tuo papà, qualcuno che guardandoti può dire «figlia mia» e tu puoi dire «papà mio», non uguale a nessun altro al mondo. Ma non basta: io e te abbiamo bisogno di un terzo che è entrato dentro nella carne della nostra vita: la mamma. Anche per lei vale il principio: lei è quella donna speciale che è tua madre e mia moglie! In altre parole, ciascuno di noi tre (e ciò vale anche per i figli che verranno) esiste in quanto è in relazione d’amore verso l’altro, per questo siamo “noi”. Bravissimo papà e bravissima mamma che coglie questo sorriso della vita. Mi viene in mente una frase di don Tonino Bello: «La famiglia è l’agenzia periferica della Trinità!».

da www.famigliacristiana.it
@Riproduzione Riservata del 01 gennaio 2019
 

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