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Famiglie, le misure della manovra: carta spesa per i redditi fino a 15 mila euro, salta il taglio Iva su pane e latte

di Roberta Voltaroni
da www.corriere.it
@Riproduzione Riservata del 22 novembre 2022

Gli aiuti a famiglie e imprese

Il governo guidato da Giorgia Meloni ha varato la sua prima Manovra (che trovate qui, spiegata in modo dettagliato). Qui sotto, le misure per le famiglie.

Una manovra «che aiuterà famiglie e imprese cui darà una mano vera» ripetono tutti i rappresentanti di governo nello spiegare la prima legge di Bilancio del governo Meloni in piena crisi energetica e caro prezzi. E i primi interventi a favore delle famiglie sono anche all’insegna della natalità con il raddoppio del contributo mensile per le famiglie numerose. Per quelle più povere, all’azzeramento dell’Iva su pane, pasta e latte (che si sarebbe tradotto in un risparmio irrisorio per le famiglie), l’esecutivo ha preferito destinare 500 milioni di euro alla «carta risparmio» che i Comuni daranno ai più bisognosi. E però riesce a passare il taglio dell’Iva al 5% sui prodotti per l’infanzia (pannolini e omogeneizzati), oggi al 22%, insieme con la tampon tax. C’è poi tutto il pacchetto fiscale che include sconti, dilazioni e la cancellazione dei debiti fino a 1.000 euro. Ed entra in manovra l’innalzamento a 5 mila euro del tetto massimo per pagare in contanti.

La carta per la spesa

Salta il taglio dell’Iva su pane, pasta e latte. Al suo posto il governo ha pensato ad una «carta risparmio» che i Comuni erogherebbero alle famiglie con un reddito massimo di 15 mila euro che servirà per acquistare i beni di prima necessità. Una misura sostenuta da un fondo di 500 milioni di euro. Le associazioni dei consumatori avevano aspramente criticato il taglio dell’Iva su pane e latte calcolando un risparmio per le famiglie di poco più di 20 euro l’anno. Viene ridotta al 5% l’Iva sui prodotti di prima necessità per l’infanzia come pannolini, biberon, omogeneizzati (ora al 22%). Sì anche alla tampon tax con l’Iva al 5% sugli assorbenti. Confermati anche per il 2023 i bonus per la rottamazione della tv (massimo 100 euro) e il contributo di massimo 30 euro per i decoder, ma solo con Isee massimo di 20 mila euro. I bonus edilizi saranno riordinati e razionalizzati in un decreto collegato, come già avvenuto per il Superbonus già ridotto al 90%. Sarà solo per le prime abitazioni unifamiliari per famiglie con un tetto massimo di reddito: verrà introdotto il criterio del quoziente familiare (reddito complessivo diviso per il numero dei figli) e il limite sarà di 15 mila euro.

Contanti, tetto a 5mila euro

Stoppato all’ultimo minuto prima dell’ok al decreto Aiuti quater, l’aumento della soglia dei contanti arriva in legge di Bilancio. Dal primo gennaio 2023, il tetto dei pagamenti in contanti doveva scendere a 1.000 euro. Ma appena insediato il nuovo governo ha subito fatto sapere di voler rivedere il limite verso l’alto. «Penalizza i più poveri» aveva già detto in passato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La prima ipotesi, rilanciata da alcuni membri del governo, è stata di innalzare il limite a 10 mila euro. Soglia poi subito ridotta a 5.000 e inserita nel decreto Aiuti quater. Ma nel testo finale è stata tolta visto il carattere di non urgenza. «La norma sarà inserita in legge di Bilancio» aveva quindi promesso la Lega. E così è stato. Dal primo gennaio 2023 si potrà pagare fino a 5.000 euro in contanti, «allineandolo alla media europea», ha spiegato la premier. Si torna così al 2010 quanto la soglia era di 5.000 euro. Gli anni successivi era stata prima ridotta a 2.500 fino ai 1.000 del 2011. Nel 2020 era poi risalito a 2.000. In vista del cambiamento e della nuova lotteria degli scontrini, nel decreto Aiuti quater è stato previsto un credito d’imposta di massimo 50 euro per adeguare i registratori di cassa.

Le cartelle esattoriali

Non è un condono, ci tiene a sottolinearlo il governo, si tratta piuttosto di una «tregua fiscale» per venire incontro alle famiglie e a coloro che per difficoltà varie, soprattutto negli anni del Covid, non sono riusciti ad estinguere i debiti con il Fisco. Cancellazioni, nuove rateizzazioni, sanzioni ridotte o eliminate: il pacchetto Fisco della manovra le contiene tutte e non si esclude che possa essere inserito in un decreto collegato. Intanto è confermato lo stralcio delle cartelle dal 2000 fino al 2015 per un importo fino a 1.000 euro. Niente da fare invece per quelle fino a 3.000 che non avranno alcuno sconto: le coperture non ci sono. Per i debiti del biennio 2019-2020 è prevista una mini sanzione al 5% con una definizione agevolata mediante rottamazione o saldo e stralcio con la rateizzazione fino a 5 anni. Sarà possibile rateizzare senza sanzioni e interessi i pagamenti del 2022 non effettuati per emergenza Covid, caro bollette o difficoltà economiche. Stop agli aumenti sulle multe per violazione del Codice della strada: l’automatismo sarà bloccato. Tra gli interventi in materia di Fisco non ci sarà subito la «voluntary disclosure» per il rientro dei capitali, ma il governo non intende abbandonare il provvedimento e per ora lo ha solo accantonato.

Assegno unico

Sostenere la famiglia (tradizionale) e quindi favorire la natalità. È uno degli obiettivi del governo Meloni che fin dal suo primo discorso alle Camere riunite l’ha definita «il nucleo primario della nostra centralità» promettendo aiuti per «sostenerla e tutelarla». Ecco quindi che viene ritoccato l’assegno unico universale: sarà più alto anche per chi ha il primo figlio. Per le famiglie dai 3 figli in su sarà raddoppiata la maggiorazione forfettaria prevista per i nuclei numerosi che passa quindi da 100 a 200 euro mensili. Tra le altre misure formulate dalla ministra della Famiglia Eugenia Roccella c’è poi quella di rendere strutturale il finanziamento dei centri estivi e di tutti i centri che offrono attività socio educative per bambini al di là dell’orario scolastico.
Dal 2023 verrà reso quindi strutturale un fondo ad hoc per destinare le risorse ai Comuni. Tra gli altri provvedimenti anche l’aumento di un mese del congedo di maternità per le neo mamme. Nei piani futuri del governo c’è poi quello di rivedere il criterio dell’Isee per accedere a sostegni e aiuti che verrebbe sostituito con il quoziente familiare: la somma dei redditi viene divisa per il numero dei figli.

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