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Essere papà oggi

di Alessia Altavilla
da www.bambinopoli.it
@Riproduzione Riservata del 13 marzo 2021
Aspettando la festa del papà, identikit del papà moderno, tra casa, lavoro, figli e, di questi tempi, aggiungeremmo anche dad.-
Essere papà oggi
Chi sono i papà di oggi? Qual è il loro ruolo all’interno delle famiglie? Come si muovono in una società, quella italiana, che guarda alle realtà più evolute (Paesi Nordici, Stati Uniti, Olanda…), ma poi, troppo spesso e in troppe contesti sociali, non riesce a uscire dal cliché della mamma-casalinga-tuttofare e del papà-assente-per-motivi-di-lavoro?
Essere padri oggi non è facile (come non è semplice essere madri oggi).
I papà di una volta avevano modelli di riferimento chiari. Il loro ruolo era principalmente quello di sostenere la famiglia economicamente vestendo, tra le mura domestiche, i panni di chi è preposto ad accompagnare le prole verso il mondo esterno, rompendo quel legame indissolubile nei primi mesi che si instaura tra madre e figlio. La figura del papà era una volta del tutto assente nei primi mesi di vita del bambino. Li si vedeva con la sigaretta in mano, la camicia slacciata e il passo nervoso nelle sale d’attesa delle sale parto e poi scomparivano del tutto durante tutti i primi mesi di vita del bebè. Per ricomparire, in qualche modo, e a cose ormai fatte, nelle passeggiate delle domeniche mattina quando il bimbo aveva raggiunto una certa autonomia ed era passato attraverso il marasma dell’iniziale adattamento al mondo.
I padri di oggi, invece, tagliano il cordone ombelicale in sala parto. Spesso, quando la madre non è in grado di farlo perché ancora sotto ai ferri, sono i primi a prendere in braccio i pargoli ancora sporchi e urlanti. Coraggiosi, impavidi, a volte svengono, stringono mani, asciugano fronti, si lasciano insultare, danno consigli. Il più delle volte seguono con attenzione e religioso silenzio le dure fasi del travaglio. Sapendo di avere un ruolo marginale, ma al contempo fondamentale, nella faccenda.
E quando il pupetto, profumato e nuovo di pacca, arriva a casa, è stato detto loro che devono essere di supporto alle madri. E loro ci provano. Imparano a cambiare pannolini, cullano, si alzano di notte, fanno bagnetti, se capita, se la mamma non allatta, danno biberon.
Insomma, chi sono i papà di oggi?
Qual è il loro ruolo nel contesto familiare? Sono diventati dei mammi? Perfettamente intercambiabili con la madre? O hanno mantenuto le loro prerogative di un tempo (la capacità, appunto, di rappresentare una via di fuga dall’intimità costituita dal binomio mamma-bambino, rappresentando per il piccolo il coraggio, la scoperta, l’avventura?).
E che ruolo hanno nell’educazione dei figli? Sono ancora capaci di essere autoritari o si sono piegati alla tenerezza come unica forma di rapporto coi figli?
E, soprattutto, come si vedono loro? Quali sono le loro prerogative, i loro sogni, le loro ambizioni?
Perché essere padre oggi, appunto, è complicato. Come è complicato essere madre, d’altra parte.
Perché ne gli uni né le altre hanno modelli a cui fare riferimento. Impegnati, tutti quanti, a ridisegnare ruoli. Madri che cercano autonomia e indipendenza tentando di affermare il loro essere donne, oltre che mamme ma che al contempo faticano a delegare, ancora convinte che come loro, nessuno mai. E padri, che sanno di poter cambiare pannolini e preparare pappe, ma che spesso, troppo spesso, non riescono dire di no a una riunione di lavoro, un impegno imprevisto, un avanzamento di carriera.
In un perenne stato di continua ridefinizione di compiti, ruoli e responsabilità.

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