Essere adolescenti ai tempi del Covid-19
da www.huffingtonpost.it/entry/essere-adolescenti-ai-tempi-del-covid-19
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Il 20 novembre è stata la Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza.-
“Caro 2019, quando c’eri tu, i baci erano dei segni d’amore ed amicizia, ora non è più così...I baci sono diventati crimini, si lo so che è strano amico mio, ma ti immagini che ora noi sorridiamo di nascosto dietro le mascherine?” - David J., 19 anni, Duino.
Il 20 novembre è stata la Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, che mai come quest’anno ha avuto importanza celebrare, a causa della pandemia di Covid-19, una minaccia di portata globale che ha messo in difficoltà interi sistemi e società.
I bambini e i giovani, come sempre nelle crisi, sono tra i più a rischio e coloro che già vivevano gravi disagi prima della Pandemia, adesso vedono gli ostacoli ingrandirsi, acuirsi. Per capire più da vicino le conseguenze sui bambini e sui giovani nel nostro paese, noi dell’UNICEF abbiamo lanciato il rapporto “THE FUTURE WE WANT- Essere adolescenti ai tempi del Covid-19” e attraverso un sondaggio su 2.000 giovani tra i 15 e i 19 anni abbiamo chiesto come l’emergenza sanitaria abbia cambiato la percezione che gli adolescenti in Italia hanno del loro benessere, l’impatto che il Covid-19 ha avuto nelle loro vite e le lezioni apprese per un futuro più equo e sostenibile.
“Il periodo di isolamento ci ha mostrato aspetti diversi delle persone che vivono in casa con noi. Io ho imparato a conoscere meglio i miei genitori” - Marino P., 19 anni, Ascoli Piceno.
Gli adolescenti che vivono in Italia si dichiarano soddisfatti della vita in generale – attribuendo 6,5 su una scala da 1 a 10. Guardando alle diverse dimensioni, supera di poco il 6 il benessere economico. Sotto la sufficienza la salute (5,9), nella cui valutazione ha sicuramente pesato la percezione di insicurezza e fragilità legata alla pandemia.
L’ambiente in cui gli adolescenti vivono è l’aspetto di cui sono più soddisfatti, valutato con un 8,1, anche la famiglia è uno degli aspetti su cui gli adolescenti sono più soddisfatti (7,6). 1 adolescente su 3 pensa che le relazioni con famiglia e conviventi durante il lockdown siano migliorate; tuttavia, un 16% dei rispondenti al sondaggio ha registrato un peggioramento dei rapporti familiari. Emerge anche un dato allarmante: il 64% degli adolescenti, significativamente il 73% delle ragazze e il 53% dei ragazzi, pensa che casa (o il posto in cui si vive) non sia per tutti un luogo sicuro.
“Diplomarsi ai tempi del Covid-19 significa aver vissuto l’ultimo giorno di scuola della propria vita senza saperlo, significa non poter abbracciare il compagno di banco, stringersi per mano prima dell’orale, festeggiare i 100 giorni come di tradizione né fare la foto di classe dopo lo scritto di italiano. Diplomarsi quest’anno significa guardare con il groppo in gola ‘La notte prima degli esami’ a casa da soli, senza gita di quinta o viaggio collettivo di maturità.” - Elisa C., 18 anni, Viareggio.
Per quanto riguarda la scuola e l’insegnamento, in particolare sulla didattica a distanza, quasi 6 adolescenti su 10 non si sono trovati in difficoltà con la digitalizzazione, ma 1 su 3 sì. Più di 6 studenti su 10 hanno comunque dichiarato che la digitalizzazione ha creato stress nello studio. Inoltre, sono diverse le buone pratiche adottate durante il Covid-19 che ragazze e ragazzi vorrebbero ritrovare a scuola quest’anno, prima fra tutte maggiore flessibilità degli orari e la partecipazione nella definizione del calendario con gli insegnanti (58%), seguita da classi di recupero per chi è in difficoltà (37%) e dall’utilizzo di materiale didattico online come integrazione ai testi.
Solo un adolescente su 4 vorrebbe continuare a mantenere alcune sessioni di didattica a distanza. Per aiutare gli studenti in difficoltà economiche, un adolescente su 3 vorrebbe più borse di studio e l’integrazione del bonus cultura.
“Stare più vicini alle persone care è stato in fondo un modo per reagire positivamente all’isolamento in un momento in cui gli effetti dell’emergenza COVID-19 continuano a farsi sentire compromettendo i livelli di stress” - Nafissa A., 19 anni, Asti.
Più in generale, gli adolescenti chiedono maggiore tempo da dedicare alle persone care, maggiori opportunità di ascolto nelle proprie comunità, vogliono essere coinvolti nelle decisioni scolastiche, con un occhio attento all’ambiente. Secondo il rapporto, il 65% degli adolescenti pensa che un sistema sanitario pubblico, gratuito e accessibile a tutti sia il fattore indispensabile per mantenere un buono stato di salute.
Per quasi 4 adolescenti su 10, poi, i fattori ambientali che agiscono sulle cause delle epidemie sono da tenere in stretta considerazione per la salute pubblica; Per la metà degli adolescenti, anche la promozione di una corretta alimentazione e di stili di vita più sani, che dovrebbe avvenire anche a scuola, è considerata prioritaria per il benessere fisico; Ben 1 adolescente su 3 vorrebbe maggiori reti di ascolto e supporto psicologico.
“Abbiamo cambiato i ritmi, abbiamo ridotto i consumi, abbiamo riscoperto l’aria più pulita, sentivo gli uccelli fuori dalla finestra. La natura si è ripresa i suoi spazi così da preservare il pianeta anche per i nostri figli.”- Moussa C., 19 anni, Reggio Calabria.
I nostri giovani chiedono un ritorno a una nuova normalità che tenga conto delle lezioni apprese in questi mesi e delle buone pratiche messe in atto: un cambio di rotta che non può prescindere dall’ascolto della loro voce. Sempre secondo quanto emerso dal sondaggio l’87% degli adolescenti propone come comportamento virtuoso da mantenere anche dopo l’emergenza la diminuzione dell’inquinamento riducendo i consumi.
Quasi la metà degli adolescenti che hanno risposto al sondaggio pensa che il digitale li abbia uniti durante il lockdown, perché senza sarebbero stati più isolati, ma 1 rispondente su 3 ha dei dubbi in proposito e 1 su 5 pensa invece che li abbia divisi, perché non tutti hanno avuto le stesse possibilità di accedere alle tecnologie e alla connessione.
“Oggi non è che un giorno qualunque di tutti i giorni che verranno, ma ciò che saremo nei giorni che verranno dipende da quello che faremo oggi. Il futuro inizia oggi.” - Nafissa A., 19 anni, Asti.
Troppo spesso si parla dei giovani con distacco e distanza, come se fossero fuori controllo e senza un reale senso critico. I ragazzi e le ragazze che hanno partecipato al nostro sondaggio invece dimostrano attraverso le loro parole un altro tipo di necessità, quella di essere ascoltati seriamente e non essere lasciati soli dai più grandi e dalle Istituzioni. Il THE FUTURE WE WANT- Essere adolescenti ai tempi del Covid-19” oggi è uno strumento per dare voce a questi ragazzi. Come UNICEF chiediamo al governo italiano un quadro normativo e politiche più attenti ai bisogni di ragazze e ragazzi e maggiori investimenti nelle aree rilevate.
Vogliamo ricordare che questa pandemia può essere davvero un’opportunità concreta per cambiare tutte quelle condizioni che a lungo andare trasformano le crisi in emergenze. Il mio pensiero, i pensieri di noi dell’UNICEF, vanno a tutti i bambini e giovani che stanno lottando per i propri diritti e il proprio futuro, con un invito ad attivarsi attraverso azioni concrete nelle comunità in cui vivono e a far sentire la loro voce, per promuovere quegli stili di vita più sani e la società più giusta, inclusiva e libera da discriminazione che loro stessi descrivono nel futuro che vogliono.