È scattato oggi il blocco ai siti pornografici per i minori: come funziona
di Giovanna Scicchitano
da www.avvenire.it
@Riproduzione Riservata del 12 novembre 2025
Da oggi i 48 principali siti hard, tra cui PornHub, YouPorn e OnlyFans, dovranno accertare la maggiore età degli utenti con sistemi certificati e indipendenti. L’Agcom potrà sanzionare fino a 250mila euro chi non si adegua.-

Adolescenti e smartphone
Il giorno della stretta è arrivato: sono entrate in vigore da oggi le nuove norme che l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) ha adottato lo scorso aprile per imporre alle piattaforme che diffondono in Italia immagini e video a carattere pornografico l’obbligo di verificare la maggiore età degli utenti per impedire l’accesso ai minori di 18 anni. L'Autorità ha pubblicato la lista dei portali coinvolti (sono 48 in totale, quasi tutti pornografici, tra cui PornHub, YouPorn e OnlyFans), ai quali non sarà più possibile accedere liberamente o semplicemente confermando con un click di essere maggiorenne, ma solo attraverso l'uso di un'applicazione. In caso di mancato rispetto dell’obbligo, l’Agcom diffiderà il soggetto inadempiente e irrogherà sanzioni fino a 250.000 euro. Si tratta di un provvedimento è importante: intende tutelare la dignità e il benessere fisico e mentale dei ragazzi, che costituiscono un tema di salute pubblica fondamentale. Fino a ieri i siti hard chiedevano semplicemente se l’utente fosse maggiorenne o meno: una sorta di autocertificazione.
Ma cosa cambia esattamente? In Italia viene adottato il sistema del cosiddetto “doppio anonimato”: ci dovrà, cioè, essere l’assoluta indipendenza tra chi certifica l’età dell’utente e il sito che richiede questa certificazione. La maggior parte dei siti utilizza la app Yoti, oppure chiede una foto del documento di identità e scansiona il viso per un’ulteriore verifica. Non tutti si sono già adeguati alle novità, ma i più noti come PornHub” e YouPorn l’hanno fatto (anche se i le vetrine e i menu continuano a presentare contenuti “liberi” di per sé già dannosi). C’è chi si è auto-oscurato in attesa di adeguarsi alle novità e chi deve ancora farlo. Il provvedimento di fatto rende finalmente operativo ciò che il cosiddetto Decreto Caivano (la legge n.159 del 13 novembre 2023) aveva già previsto per i siti pornografici. L’art.13-bis recita: «È vietato l’accesso dei minori a contenuti a carattere pornografico, in quanto mina il rispetto della loro dignità e ne compromette il benessere fisico e mentale, costituendo un problema di salute pubblica». Inoltre sancisce che «i gestori di servizi web e i fornitori di piattaforme di condivisione video sono tenuti a verificare la maggiore età degli utenti”, allo scopo di precludere l’accesso a minorenni, minimizzando però “i dati personali raccolti in ragione dello scopo». Poteri di vigilanza e sanzionatori sono attribuiti all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. La spinta principale di questo provvedimento è stata la reazione a gravi episodi di criminalità che hanno coinvolto minorenni, come violenze sessuali e omicidi, avvenuti proprio a Caivano. Il decreto mira anche a contrastare il disagio giovanile e applicare un giro di vite nei confronti della diffusione del materiale pornografico tra bambini e minori. Una vera e propria emergenza: secondo gli ultimi dati dell’indagine Eu Kids Online su internet quasi un ragazzo italiano su tre fra i 9 e i 17 anni ha visto immagini pornografiche su internet o altrove. Questa esperienza è più comune nell’adolescenza, soprattutto fra i ragazzi di 15-17 anni (51%) e fra i maschi (36%). Il 25% dei ragazzi e il 28% delle ragazze resta turbato. Le perplessità ovviamente restano: grazie all'impiego della Vpn (il Virtual private network) è infatti possibile mascherare l’indirizzo IP dell’utente, permettendogli di fingere di connettersi a internet da un altro Paese dove non vigono le stesse leggi, anche se è sicuramente difficile che ragazzini di 12 o 13 anni siano in grado di ricorrere al sistema con facilità. Se da un lato c’è chi troverà il modo di aggirare i divieti, insomma, resta il fatto che il provvedimento è coraggioso.
In Europa, ma anche in altre parti del mondo, si sta da tempo tentando di limitare l'accesso ai siti con contenuti ritenuti inadatti ai minori. Lo scorso luglio nel Regno Unito è entrato in vigore il cosiddetto Online Safety Act, che impone ai siti di attuare controlli efficaci sull'età, attraverso il caricamento di un documento d'identità o anche il riconoscimento facciale. Dopo l'introduzione della norma, l'accesso ai portali porno è fortemente calato e l'uso di sistemi per eludere le restrizioni, come le Vpn, ha avuto un'impennata. Anche la Francia ha provato, attraverso un'ordinanza dello scorso febbraio, ad obbligare le piattaforme a verificare l'età attraverso l'invio di una foto o di un documento d'identità. Aylo, casa madre di PornHub, YouPorn e RedTube, ha deciso quindi di oscurare i propri siti per protesta, fino a quando il tribunale amministrativo di Parigi ha sospeso l'ordine per incompatibilità del provvedimento con le norme Ue. Secondo Aylo, la verifica dell'età non spetta ai siti, ma ai produttori di dispositivi e software, come Apple, Google e Microsoft. I siti di Aylo sono stati bloccati anche in 17 stati americani sempre per assenza di verifica dell'età. Pornhub, inoltre, è finito nel mirino della Commissione europea, che ha aperto un'inchiesta proprio sul tema delle insufficienti misure per impedire l'accesso dei minori. Occorrerà capire se ora i siti si adegueranno alle nuove norme europee o se inizierà una nuova fase di contrapposizione.
