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«È LA FORZA DELLA PREGHIERA CHE CI FA ANDARE AVANTI»

di Annachiara Valle 
da www.famigliacristiana.it
@Riproduzione Riservata del 11 novembre 2020

Papa Francesco risponde a chi gli dice che parla troppo della preghiera dicendo che essa è l'ossigeno della vita, soprattutto nei momenti bui quando sembra che Dio non risponda. Il Papa rinnova anche la sua vicinanza alle vittime di ogni abuso dopo la pubblicazione del Rapporto sull'ex cardinale McCarrick.-


«Ossigeno della vita». Papa Francesco continua la catechesi del mercoledì sulla preghiera, in particolare sulla necessità che sia perseverante. «Qualcuno», dice subito, «mi ha detto che parlo troppo della preghiera, che non è necessario». Invece, ribadisce il Pontefice «è necessario perché se noi non preghiamo non avremo la forza per andare avanti nella vita. La preghiera è come l’ossigeno della vita, la preghiera è come attirare su di noi la presenza dello Spirito Santo che ci porta sempre avanti. Per questo io parlo tanto sulla preghiera». E poi sottolinea che è Gesù stesso che ci dà l’esempio «di una preghiera continua, praticata con perseveranza», di un «dialogo costante con il Padre, nel silenzio e nel raccoglimento». Questo è il centro della sua missione. «I Vangeli», continua Francesco, «ci riportano anche le sue esortazioni ai discepoli, perché preghino con insistenza, senza stancarsi». Lo stesso catechismo, spiega questa necessità della perseveranza con tre parabole: quella dell’ospite arrivato di notte all’improvviso, che ci dice di una preghiera tenace. «Il personaggio della parabola che, dovendo accogliere un ospite arrivato all’improvviso, in piena notte va a bussare da un amico e gli chiede del pane. Una richiesta tenace.  L’amico risponde “no!”, perché è già a letto, ma lui insiste e insiste finché non lo costringe ad alzarsi e a dargli il pane». Se lo ha fatto un amico ancora di più lo farà Dio che «è più paziente di noi, e chi bussa con fede e perseveranza alla porta del suo cuore non rimane deluso. Dio sempre risponde. Il nostro Padre sa bene di cosa abbiamo bisogno; l’insistenza non serve a informarlo o a convincerlo, ma serve ad alimentare in noi il desiderio e l’attesa».
Nella seconda parabola, invece, si racconta l’insistenza di una vedova che chiede giustizia. E, sebbene il giudice sia corrotto, «un uomo senza scrupoli», alla fine «esasperato dall’insistenza della vedova, si decide ad accontentarla. E pensa è meglio che risolva il problema e me la tolga di dosso piuttosto che venga continuamente da me». Questa parabola «ci fa capire», spiega Francesco, «che la fede non è lo slancio di un momento, ma una disposizione coraggiosa a invocare Dio, anche a “discutere” con Lui, senza rassegnarsi davanti al male e all’ingiustizia».
Infine l’immagine del fariseo che si vanta della sua preghiera rispetto a chi si considera invece indegno persino di entrare nel Tempio. «Dio però non ascolta la preghiera del primo, cioè dei superbi, mentre esaudisce quella degli umili». Perché «non c’è vera preghiera senza spirito di umiltà. È proprio l’umiltà quello che ci porta a chiedere, a pregare».
Allora, continua il Papa, il Vangelo ci dice chiaramente che «si deve pregare sempre, anche quando tutto sembra vano, quando Dio ci appare sordo e muto e ci pare di perdere tempo. Anche se il cielo si offusca, il cristiano non smette di pregare. La sua orazione va di pari passo con la fede. E la fede, in tanti giorni della nostra vita, può sembrare un’illusione, una fatica sterile. Ci sono dei momenti bui nella nostra vita e lì la fede sembra un’illusione.  Ma praticare la preghiera significa anche accettare questa fatica. “Padre, ma vado a pregare e non sento niente, mi sento con il cuore secco”. Dobbiamo andare avanti con questa fatica dei momenti brutti, in cui non sentiamo nulla. Tanti santi e sante hanno sperimentato la notte della fede e il silenzio di Dio, noi bussiamo e Dio non risponde, ma questi santi sono stati perseveranti».
E in questi momenti bui non siamo solo. Gesù «ci accoglie nella sua preghiera, perché noi possiamo pregare in Lui e attraverso di Lui. E questo è opera dello Spirito Santo. È per questa ragione che il Vangelo ci invita a pregare il Padre nel nome di Gesù». San Giovanni riporta queste parole del Signore: «Qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio». E il Catechismo spiega che «la certezza di essere esauditi nelle nostre suppliche è fondata sulla preghiera di Gesù».
Papa Francesco insiste sull’importanza dello Spirito Santo che «prega in noi, è colui che ci porta a pregare, ci porta da Gesù, è il dono, è il dono che il Padre e il Figlio ci hanno dato per andare avanti all’incontro con Dio. Quando noi preghiamo è lo Spirito Santo che prega nel nostro cuore. Cristo è tutto per noi, anche nella nostra vita di preghiera». Il cristiano che «prega, non teme nulla, si affida allo Spirito Santo che prega in noi e ci porta alla preghiera», conclude Francesco. Invocando che sia «lo stesso Spirito santo maestro di preghiera a insegnarci la strada della preghiera».
Infine, prima dei saluti ai fedeli italiani, Francesco ricorda che «Ieri è stato pubblicato il rapporto sul doloroso caso dell’ex cardinale Tehodor McCarrick» e, continua,  «rinnovo la mia vicinanza alle vittime di ogni abuso e l’impegno della Chiesa per sradicare questo male.

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