DIOCESI DI TORTONA: Ufficio Liturgico: Terza edizione del Messale Romano
di Don Claudio Baldi, Ufficio Liturgico Diocesano
da www.diocesitortona.it
@Riproduzione Riservata del 27 febbraio 2021
La “novità” delle orazioni quaresimali super populum.-
Nella prospettiva di una maggiore intelligenza liturgica e pastorale della celebrazione eucaristica, la Terza edizione del Messale Romano, in uso nelle diocesi liguri dal 29 novembre 2020, offre, rispetto alle edizioni precedenti, la cosiddetta “orazione sul popolo”.
Presente in tutti i formulari del tempo quaresimale, quest’orazione, propria dei riti di conclusione, è una invocazione della benedizione del Signore.
Si tratta di una “novità” con radici ben ancorate nell’antica tradizione liturgica della Chiesa romana.
È prevista in ogni giorno di Quaresima, sia festivo, quando è obbligatoria, sia feriale, dove è indicata come facoltativa, mentre nell’edizione del 1983 era obbligatoria solo al Venerdì Santo (anche se in appendice erano conservate 25 orazioni, da utilizzare esclusivamente per la benedizione al termine della Messa, in alternativa alla formula trinitaria).
Si tratta perciò del recupero di un elemento eucologico e rituale molto antico certamente utile per una maggiore comprensione del tempo liturgico.
Già presente negli antichi sacramentari in vari giorni dell’anno, è il Sacramentario Gregoriano, che, classificandola come super populum, la assegna ai formulari delle ferie di quaresima, contribuendo così ad attribuirle un carattere prevalentemente penitenziale.
Tale particolare presenza della super populum nel periodo quaresimale è attestata anche nel Missale Romanum del 1570.
L’orazione sul popolo si presenta quindi come una preghiera che il sacerdote rivolge a Dio invocando la sua benedizione sull’assemblea radunata; l’oggetto della domanda, poi, si estende a tutta la varietà di beni di ordine sia temporale sia spirituale, necessari per condurre una vita autenticamente cristiana: purificazione dell’anima, remissione delle colpe, rinuncia al peccato, esercizio delle buone opere, pratica delle virtù, progresso nella vita spirituale, perseveranza finale.
Il modo di procedere lo indica lo stesso Messale: terminata l’orazione dopo la comunione, il sacerdote pronuncia il saluto: «Il Signore sia con voi», quindi il diacono o il sacerdote invita i fedeli con queste o simili parole: «Inchinatevi per la benedizione». Il sacerdote recita quindi la preghiera, tenendo le mani estese sul popolo, terminata la quale tutti rispondono «Amen».
Il sacerdote continua: «E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre», cui tutti rispondono di nuovo: «Amen».
Segue il congedo nel modo consueto.