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CORONAVIRUS, LA PRIMA COSA DA FARE È NON AVERE PAURA

di Redazione fc

da www.famigliacristiana.it

@Riproduzione Riservata del 22 febbraio 2020

Il contagio è arrivato al Nord, due morti in Lombardia. Niente panico e seguiamo i consigli del ministero della Salute. Ecco le regole basilari per combattere un nemico che sconfiggeremo.-

 

"Se pensiamo di averne i sintomi (tosse persistente, febbre, difficoltà respiratorie) chiamiamo il 112 per farci venire a prendere da una ambulanza o il 1500, il numero del ministero della Sanità adibito a questa emergenza. Laviamoci spesso le mani con acqua e sapone o con soluzioni alcoliche per almeno 20 secondi.

Se dobbiamo starnutire, facciamolo col fazzoletto e il gomito flesso, o con una mascherina, facciamo attenzione alle pratiche alimentari (evitiamo i cibi crudi e la verdura non lavata) e puliamo oggetti e superfici che sospettiamo possano essere contaminate."

 

Seconda vittima italiana del Coronavirus: si tratta di una donna anziana residente a Casalpusterlengo. Secondo quanto si apprende, la signora, ultrasettantenne, era debilitata da una polmonite e sarebbe stata in attesa dei risultati degli esami a cui era stata sottoposta.

La prima vittima è stata Adriano Trevisan, di 78 anni, deceduto all'ospedale di Padova, dove era ricoverato insieme con un'altra persona positiva al virus. Ex titolare di una piccola impresa edile, Trevisan aveva tre figli, una delle quali, Vanessa, era stata sindaco di Vo' Euganeo, di dove sono originari. L'uomo, ricoverato già da una decina di giorni per precedenti patologie, è morto all'ospedale di Schiavonia (Padova). "Non c'è stato neppure il tempo per poterlo trasferire", ha detto il governatore Zaia.

Tre Comuni della Bassa Padana, Castiglione d’ Adda, Codogno e Casalpusterlengo, tra Lodi e Piacenza, sono semideserti, come dopo un fallout nucleare. La gente di queste terre, circondate da un cordone sanitario, è stata espressamente invitata a stare in casa e a uscire solo per necessità estreme, evitando i luoghi pubblici. Scuole, uffici, luoghi di lavoro resteranno chissà fino a quando chiusi, in molti casi anche i negozi. Immaginiamo la tribolazione, la pena di questi nostri concittadini.

L’ amara novità di queste ore è che non c’ è un collegamento epidemiologico chiaro, anche l’ Oms è preoccupata per i legami non più evidenti del contagio. Cosa sappiamo di questo nemico invisibile? Sappiamo che il virus non colpisce i bambini sotto i nove anni, porta a guarigione in più del 98 per cento dei casi e risulta per lo più letale con gli anziani e i soggetti con patologie pregresse, i primi dunque da proteggere. Un nemico subdolo, perché viaggia dentro il sangue di pazienti asintomatici.

Ma la prima cosa di cui non avere paura è la paura. Niente panico. Calma e gesso. Quella del corona virus è una battaglia che la comunità scientifica  vincerà. Nel frattempo mettiamo in atto i consigli degli esperti del ministero della Salute e avremo possibilità remote di venire contagiati.

E naturalmente evitiamo quella “caccia all’ untore” che serve solo a generare ulteriore panico e alimentare rabbia sociale inutile e stupida, prima ancora che moralmente inaccettabile. Certo molti di noi vivranno giornate difficili, come quelle che stanno vivendo molti esercenti legati alle aziende cinesi, dalla ristorazione ai trasporti aerei. L’ economia, soprattutto quella lombarda, ne risentirà e non è certo la stagione migliore, ci mancava anche il corona virus. Ma sapremo far fronte anche a tutto questo: siamo gente tenace, soprattutto nei momenti di difficoltà,  che non si dà per vinta.

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