CACUCCI: «A BARI PER ASCOLTARCI E SOSTENERCI A VICENDA»
di Annachiara Valle
da www.famigliacristiana.it
@Riproduzione Riservata del 20 febbraio 2020
L'arcivescovo della diocesi pugliese sottolinea il grande valore dell'incontro e del dialogo. «Prima ancora che pensare a proposte concrete è interessante conoscerci e sviluppare uno stile sinodale».-
«Credo che dobbiamo soprattutto ascoltare». Monsignor Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari i primi passi dell’ incontro che ha portato a Bari 60 vescovi da 20 Paesi rivieraschi: «Questa mattina», dice, «la celebrazione sulla tomba di San Nicola ci aiuta a comprendere come cristiani dell’ Oriente e dell’ Occidente debbano sempre più guardare al Mediterraneo come a questo grande lago di Tiberiade nel quale devono cessare, come abbiamo cantato, le guerre, i pericoli e dove invece deve svilupparsi uno sguardo che è di collaborazione, di pace e di amore».
Cosa vi siete detti dopo i primi discorsi di apertura?
«Emerge una grande parresia. Ognuno racconta la propria esperienza e chiede da tutti i fratelli sostegno e la comprensione».
Ci sono già proposte concrete?
«È ancora presto, ma dobbiamo guardarci dal ritenere che questo incontro possa necessariamente dare delle indicazioni unitarie. Credo che questo incontro debba servire a creare uno stile. Uno stile di ascolto, sinodale dal quale poi possono derivare gli approfondimenti ulteriori».
È la prima volta che vi incontrate?
«Il 7 luglio del 2018 il Papa qui ha incontrato i capi delle Chiese cristiane, non solo cattolici, ma anche ortodossie ed evangelici del Mediterraneo. Noi abbiamo avuto modo di incontrarci già nel 1990 qui con la Comunità di Sant’ Egidio sul tema “Mediterraneo oceano di pace”. Quindi questo tema del Mediterraneo frontiera di pace non è nuovo».
Qual è il suo personale auspicio da vescovo della diocesi ospitante?
«Stiamo vivendo una serie di eventi che non abbiamo scelto noi. Quindi credo che quanto stiamo vivendo sia un ulteriore motivo di riconoscimento di grazia ma anche un richiamo di responsabilità. Bari è chiamata a essere città del Mediterraneo, della pace in un modo sempre più intenso e alla luce delle parole che già Giovanni Paolo II disse nel 1984, e che mi ha ripetuto nel corso di una mi a visita ad limina: “Bari deve guardare al Mediterraneo e all’ Africa. Quelle parole hanno un sapore profetico».
La messa si è conclusa con un inno a San Nicola. Un invito a impegnarsi per la pace sotto la protezione del Santo?
«L’ intenso canto rivolto a san Nicola crea sempre molta emozione ed è rivolto alla pace: “Cessino i pericoli, cessino le guerre”. Tutto questo credo che faccia parte di una tradizione millenaria che noi dobbiamo conservare».