Brescia. Iseo: aiuti alle donne che non abortiscono. E partono le polemiche
di Carlo Cassamali e Antonella Mariani
da www.avvenire.it
@Riproduzione Riservata del 08 ottobre 2020
Bonus di 160 euro al mese per 18 mesi: il Consiglio comunale approva la mozione, l'opposizione esce dall'aula. La senatrice Cirinnà (Pd): attacco alla libertà delle donne.-
Un bonus di 160 euro al mese, per un anno e mezzo: è la misura che la Giunta comunale di centrodestra di Iseo (Brescia) intende introdurre per aiutare le donne che per problemi socio-economici sono in difficoltà per una gravidanza tanto da pensare di ricorrere all'aborto volontario. L'intervento di sostegno alle donne dovrebbe concretizzarsi entro la fine dell'anno.
Il provvedimento è contenuto in una mozione approvata dal Consiglio comunale e sta facendo discutere. Sul territorio da settimane è in corso una mobilitazione di un Comitato che protesta per la chiusura del «Punto nascite» dell'ospedale di Iseo: la sala parto è inattiva dallo scorso febbraio a causa dell'emergenza Covid e poi non è stata riaperta perché, secondo le autorità sanitarie, non raggiunge più la quota minima di 500 nascite all'anno fissata dai decreti.
Il sindaco di Iseo, Marco Ghitti, difende e motiva la misura approvata dal Consiglio comunale. «Se la estrapoliamo dal pacchetto di misure a sostegno delle famiglie, non si può cogliere lo spirito della proposta - sottolinea -. Non vogliamo forzare la mano su scelte che riguardano la sfera personale, chi contesta il provvedimento si è fermato in superficie, innescando polemiche magari alimentate in buonafede, ma senza fondamento».
Il progetto varato, ricorda il sindaco, «è molto più articolato» e ha avuto il parere positivo di tutti i sindaci dell'area sebino bresciana e mette al centro la famiglia. «Nessuno mette in discussione la legge 194. Ma se una donna non può permettersi di far nascere e crescere un bambino, questa è una sconfitta per tutti: vogliamo sollecitare lo Stato a investire sulle politiche familiari, mettendo a disposizione risorse non solo per il primo anno di vita del bimbo, ma per un percorso di crescita completo».
Il gruppo di opposizione Progetto Iseo, al momento di votare la mozione, definita «strumentale ed inadeguata», è uscito dall'aula consiliare: netto anche il «no» allo stanziamento di fondi pubblici ad associazioni private pro vita.
Iseo, peraltro, appartiene a un network di Comuni "a favore della vita" che nel Bresciano si sta allargando progressivamente. Con sfumature diverse ne fanno parte Marone, Cazzago San Martino, Prevalle, Bagnolo Mella, Ghed, Castel Mella e Flero. Entro poco tempo la rete arriverà a 12 paesi. Per ora nessuna delle Amministrazioni civiche coinvolte ha stanziato fondi dedicati, ma tutte hanno varato un articolato piano di sostegno alle politiche della famiglia. Tra i punti qualificanti delle misure studiate per incentivare le nascite figura appunto un sussidio alla maternità destinato a garantire alla donna intenzionata ad abortire, in presenza di uno stato di indigenza, un sostegno economico straordinario. Con il sostegno delle associazioni i contributi potrebbero arrivare a sfiorare complessivamente i quattro mila euro: una cifra non enorme, comunque in grado di sostenere le spese della gestazione e il primo anno di vita del neonato.
Nonostante il fatto che la misura intenda mettere in pratica quell'aiuto alle donne espressamente previsto dalla legge 194 fin dal titolo ("Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza), incredibilmente essa è stata attaccata come un "grave attacco alla libertà delle donne". Le parole sono della senatrice Monica Cirinnà, responsabili Diritti del Pd. Casomai, verrebbe da dire, la libertà delle donne è rafforzata da una proposta di sostegno che la toglie da una situazione di indigenza che, quella sì, la può mettere con le spalle al muro. "La scelta di diventare madre o no non si compra, ma deve restare affidata alla responsabilità e alla libertà della donna di autodeterminarsi senza costrizioni", aggiunge polemicamente la parlamentare. Viene da chiedersi: l'autodeterminazione della donna è solo quando sceglie l'aborto? Se invece accoglie l'aiuto di un Comune e decide di proseguire la gravidanza, una donna non esprime ugualmente la sua libertà?
Esperienze in tal senso ne esistono già, e tutte con esisti incoraggianti: il Movimento per la vita, con il suo Progetto Gemma di adozione pre e post natale, in 25 anni di vita ha aiutato a 24mila donne a diventare madri. E nessuna si è mai pentita di aver accettato quella mano tesa.