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Arriva il fratellino. 5 cose da fare e 5 da non fare

di Alessia Altavilla
Per il primogenito, la nascita del fratellino, è spesso un evento traumatico che mette a rischio l'equilibrio raggiunto. Anche quando vissuto con gioia e partecipazione, difficilmente il bimbo più grande non risentirà dell'arrivo del più piccolo. Per la prima volta, non avrà più mamma e papà tutti per sé. Qualche suggerimento su come gestire l'arrivo del nuovo nato.-

COSA FARE QUANDO IN FAMIGLIA STA PER ARRIVARE UN SECONDO (O TERZO, QUARTO...) BAMBINO

  1. Non mettere il bimbo (o i bimbi) più grande di fronte al fatto compiuto ma piuttosto coinvolgerli anche nel percorso di attesa e farli sentire di avere un ruolo importante.
  2. Leggere al bambino libri sull'argomento, storie di fratelli e sorelle, fiabe basate sull'arrivo in famiglia di un nuovo bimbo e su ciò che questo comporta per tutti i componenti della famiglia.
  3. Coinvolgere il bambino più grande nell'acquisto di vestitini e body destinati al più piccolo, nell'arredamento della cameretta, nella scelta del nome.
  4. Dopo l'arrivo del bambino, nonostante la stanchezza e il poco tempo a disposizione dei genitori, mamma e papà devono trovare il modo di ritagliarsi uno spazio con il bimbo più grande che sia suo e solo suo. La lettura della fiaba prima della nanna. Un'ora al parco durante il pomeriggio. Il momento dell'accompagnamento a scuola o all'asilo. Qualcosa che diventi un rito di famiglia e che coinvolga solo il figlio maggiore. In questo modo sarà più facile per lui accettare la 'perdita' inevitabile dei genitori occupati a prendersi cura del piccolo.
  5. Coinvolgere il figlio più grande nell'accudimento del piccolo, se ha voglia di farlo, insegnandogli a prendersene cura e affidandogli piccoli incarichi che non solo lo facciano sentire parte della famiglia, ma addirittura un membro indispensabile della stessa.

COSA NON FARE QUANDO IN FAMIGLIA ARRIVA UN FRATELLINO

  • Dire al bambino che lui è grande. Mettendolo, in questo modo, a confronto con quello più piccolo in una chiave negativa che presuppone la sua capacità di accettazione e comprensione. Un bambino di 2, 3, 4... anni non è grande. É un bambino che, da un giorno all'altro, ha perso il suo trono, la corona e lo scettro. Va capito, aiutato e guidato verso il nuovo ruolo che gli è toccato in sorte (e che ha anche dei vantaggi se mamma e papà sono in grado di metterli in luce).
  • Dare per scontato che il nuovo arrivato sarà simile come comportamento al primogenito e confrontare continuamente un bambino con l'altro (uno dormiva, l'altro no. Una mangiava/tanto poco, l'altro il contrario. Uno era tranquillo, l'altro no). Ciascun bambino è diverso. Ciascuno bambino svilupperà le sue attitudini personali a prescindere dagli imput forniti da genitori. E mamma e papà, per quanto si possano sforzare, non avranno mai lo stesso comportamento con i loro figli.
  • Tenere buono il bambino più grande con giocattoli e regali. Quello che i primogeniti vogliono, anche se non sono in grado di chiederlo, è l'amore e l'attenzione di mamma e papà. Questa è la sola cosa che i genitori devono continuare a dare a tutti i loro figli. Nei modi e nei tempi che hanno a disposizione, senza mai cessare, però, di manifestare il proprio affetto.
  • Bollare il primogenito come 'bambino capriccioso'. É probabile che la nascita del fratellino provochi degli scompensi. Ed è probabile che, nei primi mesi dopo l'arrivo nel bimbo, il più grande subisca delle regressioni (molti torano a bagnare il letto, non vogliono dormire da soli, si rifiutano di mangiare, piangono e strillano per un nonnulla). Mamma e papà devono metterlo in conto e attrezzarsi di santa pazienza per far fronte a una situazione che, la maggior parte delle volte, è passeggera. L'importante è non esagerare dall'altra parte e iniziare a trascurare il nuovo arrivato per compiacere il più grande che è più capace di farsi sentire. Perché anche in questo caso si passerebbe al primogenito un messaggio sbagliato.
  • Negare che nulla è cambiato. Papà e mamma hanno, al contrario, il dovere di spiegare al bambino che la situazione è diversa, che molte delle sue frustrazioni sono dovute al fatto che non è più il centro della loro attenzione. Che il bambino appena arrivato è un 'piccolo vampiro' che succhia tempo e risorse. Ma che crescerà, diventerà autonomo e smetterà di essere messo così al centro di ogni progetto.

da www.bambinopoli.it
@Riproduzione Riservata del 26 giugno 2017

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