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Amoris Laetitia, l'ambiguità è un grande pericolo

di Marco Tosatti
Padre Vincent Twomey, un religioso irlandese del Verbo Divino, professore emerito di Teologia Morale, ha scritto per Catholic World Report due articoli su Amoris Laetitia, la controversa esortazione apostolica post-sinodale le cui interpretazioni stanno provocando profonde divisioni nella Chiesa. Twomey esamina a fondo il documento, grazie alla sua profonda e ampia esperienza del campo; chi fosse interessato a leggere – in inglese – il primo dei due articoli può trovarlo a questo link.
Naturalmente il religioso verbita fa riferimento ai problemi sorti con la pubblicazione, e ai “Dubia” avanzati dai quattro cardinali: Caffarra. Meisner, Burke e Brandmüller che sono ancora in attesa di una risposta chiarificatrice da parte del Pontefice, e della Congregazione per la Dottrina della Fede, di recente affidata al gesuita Ladaria Ferrer. Twomey ricorda quelli che sono i punti essenziali del problema: “Amoris Laetitia semplicemente menziona la possibilità dell’ammissione ai sacramenti (in una nota a piè di pagina!). Quello che non è raccomandato è una procedura generalizzata. Il testo richiama alla comprensione e al discernimento fra l’ambiguità che caratterizza la condizione umana. In questioni morali, come ha riconosciuto Aristotele, non abbiamo la chiarezza dell’esattezza matematica”.
Dopo quella che sembra una giustificazione dell’esortazione, però il professore emerito di teologia morale sottolinea quello che appare chiaro agli occhi di molti: e che cioè l’ambiguità, e la mancanza di chiarezza sono elementi di grande pericolo. “Ma bisogna anche ammettere che il silenzio su norme morali assolute, negative in natura, precisamente dove uno avrebbe atteso una menzione nel testo, è aperto all’incomprensione, a dispetto di un esplicito rigetto dei preti ‘che rapidamente garantiscono eccezioni’ (#300). E questo, mi sembra, è la ragione per cui quattro cardinali nello spirito dell’appello del Papa alla franchezza, scrissero per avere chiarezza sui Dubia”.
Twomey ricorda che in Amoris Laetitia “è molto evidente una comprensione inadeguata dell’etica della virtù, nella interpretazione di San Tommaso”. Allora bisogna tornare ai Dubia. “L’appello per una chiarificazione dei quattro cardinali sulle proibizioni negative è sia comprensibile che urgente. La Congregazione per la Dottrina della Fede ha bisogno solo di rispondere nel modo tradizionale di una semplice negazione o affermazione ai Dubia per  purificare l’aria. Teologi e pastori possono allora cominciare a lavorare verso una nuova sintesi. Perché quello che è in gioco è la questione dell’esistenza di alcune azioni che per la loro stessa natura contraddicono la natura umana creata a immagine di Dio e così profondamente toccano la nostra relazione con Dio e i vicini. Essi sono i limiti non negoziabili fissati dalla coscienza primordiale, all’interno dei quali è fatto ogni giudizio prudenziale. Dubitare della loro esistenza è esistenzialmente destabilizzante. E mina alla base la missione della Chiesa di liberare l’umanità parlando di verità nell’amore”.
Twomey sottolinea diverse incongruenze e omissioni presenti sia nel testo che nel lavoro di discussione che ha preceduto, nei due Sinodi, il documento stesso. Il religioso ricorda il discorso del cardinale Kasper al concistoro del febbraio 2014, che “ha posto i parametri (legalistici) per il dibattito. Il discorso è culminato in due difficili casi morali che riguardavano i divorziati risposati. In altre parole, il cardinale si stava impegnando nella casuistica”. E di quei due casi ci sono delle eco nelle noticine a piè di pagina, anche se non vengono menzionati direttamente nell’esortazione. Ma questo è in certo modo in contraddizione con gli accenni negativi alla casuistica pronunciati dal Papa. Quindi, a quasi un anno e mezzo dalla sua pubblicazione, e a quasi un anno dalla nascita dei Dubia, la mancanza di una risposta continua a suscitare disagio e a generare perplessità.
da www.lanuovabussolaquotidiana.it
@Riproduzione Riservata del 03 settembre 2017

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