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ALLO SPALLANZANI LA "TENERA CAREZZA" DI MARIA CHE CONFORTA LE ANIME

di Annachiara Valle 
da www.famigliacristiana.it
@Riproduzione Riservata del 15 settembre 2020

L'artista Giuseppe Afrune, ispirato dalle interviste che il professor Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani, ha rilasciato a Famiglia Cristiana e Maria con te, ha voluto ritrarre la Madonna cantata dalle poesie del napoletano Ferdinando Russo. Il condirettore dei nostri settimanali, Luciano Regolo e il pittore hanno consegnato al cappellano dell'ospedale il dipinto. A benedire l'opera, il vescovo ausiliare di Roma, monsignor Paolo Ricciardi.-


Una Madonna per lenire le sofferenze. Una Madonna per ridare speranza.-
Da martedì 15 settembre, nella cappella dello Spallanzani, malati, operatori sanitari, famiglie, religiosi potranno rivolgersi alla Madonna dei mandarini per trovare ristoro nelle proprie difficoltà. L’idea di questo dono, dipinto da Giuseppe Afrune, artista noto per i suoi ritratti di Giovanni Paolo II e di numerosi santi, nasce dalla poesia che Francesco Vaia, direttore sanitario della struttura, si porta dietro da una ventina d’anni. Intervistato da Famiglia cristiana e da Maria con te durante i mesi del lockdown, Vaia ha spiegato la storia di questa «poesia meravigliosa di Ferdinando Russo, tutta incentrata sul ruolo della Madonna come madre e come persona che ti accompagna sempre nel percorso della vita sia quando le cose vanno bene che quando le cose, come nella circostanza descritta dal poeta, vanno male».
Giornalista, scrittore, autore di canzoni, napoletano verace vissuto a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, Russo racconta in versi, continua Vaia, «la storia semplice di un angiolillo, un piccolo angelo, messo in castigo da Dio perché non ha fatto quel che doveva. Si lamenta dalla sua cella e piange talmente tanto che anche San Pietro si commuove e chiede a Dio di non tenerlo a pane e acqua. Ma il Padreterno è irremovibile: “’N paraviso commann’io” (in Paradiso comando io n.d.r.), ribadisce ferreo. E allora la Madonna, a notte fonda, quando tutti dormono, va di nascosto a consolarlo portandogli i mandarini. Perché è una madre che non può lasciare soli i suoi figli anche quando hanno commesso qualcosa che Dio stenta a perdonare».
«Ho pregato tanto prima di dipingere questa Madonna», spiega Giuseppe Afrune regalando la tela allo Spallanzani e una copia al professor Vaia, «proprio pensando alla consolazione e alle grazie che avrebbe potuto fare per i sofferenti che passano da questo ospedale». Un ospedale dove, nei giorni più duri del Covid  e ancora oggi «si sono vissuti giorni di tensione e attenzione, di fatica, di corsa per i medici, per gli infermieri, per gli operatori, giorni di sofferenza», ha spiegato monsignor Ricciardi. «Oggi sono qui, come già altre volte», ha ribadito durante l’omelia, «a nome del cardinale vicario Angelo De Donatis e a nome di tutta la Chiesa di Roma per dirvi nuovamente grazie». Una messa, proprio nel giorno di Maria l’Addolorata, una benedizione, una piccola processione dall’auditorium fino alla cappella dove è stata posizionata la tela e un'Ave Maria cantata dal tenore Francesco Grollo.
Un dono semplice, ma intenso per chi tra le mure dell’ospedale vive la sua vita professionale o i suoi giorni da malato, per chi è capace di gesti «semplici, di piccoli grandi atti d’amore», sottolinea il vescovo, fatti «da chi lavora non per un guadagno o un’affermazione personale, ma da chi, a riflettori spenti, serve gli altri nelle piccole cose, come potrebbe essere offrire finalmente un mandarino a chi per giorni o settimane non poteva più odorarne il profumo o assaporarne il gusto».

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