ADOLESCENTI IN CRISI? RIPARTIAMO DAL TALENTO E DAI SOGNI
di Chiara Pelizzoni
da www.famigliacristiana.it
@Rièproduzione Riservata del 28 gennaio 2021
Sono la generazione che più di tutte ha sofferto questi lunghi mesi di pandemia: senza amici, senza sport e senza scuola. E le ricadute ora si fanno sentire. Ne parliamo in un'inchiesta approfondita sul numero di Famiglia Cristiana in edicola da oggi. Qui i suggerimenti del Pesciolino Rosso, l'associazione bresciana che da sei anni si occupa proprio di affrontare e gestire il loro disagio. Oggi con un motivo in più.-
Giampietro Ghidini, 59 anni, con il figlio Emanuele
Carolina Bocca, terapeuta per famiglie di adolescenti in fatica, è una dei compagni di viaggio di papà Gianpietro. Lei il disagio degli adolescenti l'ha vissuto sulla pelle prima di farne una professione; mamma di quattro figli, quando il suo secondogenito Sebastiano aveva 16 anni è caduto nel tunnel delle dipendenze tanto da dover ricorrere a un ricovero coatto per due anni in una casa educativa per minori. Da quella esperienza è nato un diario giornaliero - che è poi diventato un libro edito Mondadori, Soffia forte il vento nel cuore di mio figlio - e una scelta di vita: da imprenditrice - attraverso un master - è diventata counselor sistemica socio-costituzionista (sul sito dell'associazione propone webinair proprio sulla genitorialità). «I giovani sono come bicchieri d'acqua, liquidi. Gli adulti che fanno parte della loro vita li devono “contenere” dandogli una forma conforme alla loro essenza: se un giovane è un cerchio andrà contenuto in una sfera». E questo è il grande problema di molti adulti: «Sono molli, collusivi e si relazionano ai figli in relazioni simmetriche; hanno perso il valore della gerarchia, della coerenza e dell'ascolto attivo». Difficoltà adolescenziale amplificata dalla pandemia: «I giovani non hanno più distrazioni: né sport, né amici e manifestano ciò che sono, appieno il loro disagio. Adesso c'è la resa dei conti». Con l'esplosione di famiglie in crisi: «Davanti a figli privi di motivazioni, con flessioni dell'umore, buttati sul letto a guardare le serie Tv. O che cominciano ad avere comportamenti disfunzionali, come l'aggressività, l'apatia, l'autolesionismo o l'uso di Cannabis apparente placebo. L'abbandono scolastico». Che fare? «Partendo dalla mia esperienza dico ai genitori: chiedete aiuto! Non per forza a uno psicologo, ma a chi può aiutarvi a essere “guide orientanti” dei vostri figli. Perché è questo di cui hanno più che mai bisogno».
Poi c'è Marcello Riccioni, un prof che dedica anima e corpo ad accompagnare i ragazzi in questo passaggio così difficile. «Con corsi di autostima a loro e agli insegnanti: a me il compito di alimentare un rapporto di fiducia tra scuola e famiglie; queste ultime hanno sempre più bisogno di alleanze educative. Invece di sottrarci impauriti, dovremmo cogliere l'opportunità di cambiare una scuola impostata sull'apprendimento “da fuori a dentro”, dove l'alunno ripete quel che l'insegnante gli dice senza rielaborarlo. Il sistema oggi più funzionale è il “da dentro a dentro”: ovvero, io insegnante con la mia esperienza e memoria biografica arricchisco la rotta del pensiero che tu già possiedi». A maggior ragione visto che il 75 percento dei giovani ha fiducia nei propri insegnanti: «I ragazzi stanno in classe dalla prima elementare alla quinta superiore 12.630 ore, le stesse che Michelangelo ha usato per dipingere la Cappella Sistina; è inconcepibile che alla fine del percorso di studi non sappiano cosa fare». Tocca allora «Ripartire dal talento e dal sogno per stabilire quale direzione dare alla vita». E in questi infiniti mesi di chiusura? «Togliergli la scuola è stato togliergli l'ossigeno. All'inizio erano felici di non alzarsi dal letto, ma ora gli manca la vita sociale, quel passaggio di crescita e autonomia con il coetaneo che non può essere la faccia su instagram o il messaggio su WathsApp. Non può esistere una scuola a distanza». E la DAD? «Non ha fatto che accelerare un processo già esistente: “Non ho bisogno degli altri posso stare con me stesso”. Ecco perché guardo con favore ai licei occupati; ai ragazzi dico: la scuola è vostra, andate a riprendervela».
L'INCHIESTA
Nella foto di copertina (crediti di Fabrizio Annibali) alcuni dei ragazzi che abbiamo ascoltato per l'inchiesta dedicata al disagio degli adolescenti durante la pandemia in edicola da oggi.
Insieme ai giovani che abitano in quattro zone diverse di Milano, abbiamo dato voce a chi ha occupato i licei della città, ai presidi ma anche agli studenti favorevoli alla Dad. Stefano Vicari, primario di Neurochirurgia del Bambin Gesù di Roma ci ha confermato il malessere legato all'emergenza e sul settimanale dà consigli agli adulti di rifermento per aiutare a gestire questo difficile momento.
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