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ADDIO A SUORINA ASSUNTA, “LA MAMMA DI TUTTI”

di Chiara Pelizzoni 
da www.famigliacristiana.it
@Rièproduzioine Riservata del 15 dicembre 2020

La Piccola Apostola di Gesù è morta in un incidente stradale tornando a casa in bicicletta dopo aver consegnato il pasto a un senzatetto. "Credeva in quel che faceva, nel bene sopra ogni cosa, credeva non nelle seconde, ma nelle quinte seste e settime possibilità. È morta facendo quel che sapeva fare meglio: aiutare gli altri", dice chi l'ha conosciuta.-

suor Maria Assunta Porcu in una foto degli anni 90 quando era missionaria in Burundi
È stata “la mamma di tutti”, così la ricorda chi l'ha conosciuta suor Maria Assunta Porcu, detta Suorina Assunta per gli abitanti dei quartieri milanesi di Quarto Oggiaro e Baggio. Sabato pomeriggio scorso, 12 dicembre, è stata travolta sulle strisce pedonali mentre tornava verso casa dopo aver consegnato un pasto a un senzatetto. Morta facendo quello che faceva da tutta la vita, ovvero aiutare gli altri senza limiti.
Suor Assunta nella foto ricordo sul sito Vispe
Elisa Guarneri, la custode delle case popolari di via Zoagli in cui viveva, ha dovuto fare il riconoscimento la sera in cui è successo l'incidente. «Ma preferisco ricordarla in vita. Era una persona capace di mettere insieme atei e religiosi. Io sono profondamente atea eppure ho collaborato su qualsiasi cosa mi abbia proposto. Veniva per chiederti una cosa, ma alla fine eri tu che chiedevi a lei... Aveva un modo così garbato, è una grandissima perdita per il nostro quartiere perché lei seguiva tutti indistintamente con le stesse modalità. Io una persona così non l'ho mai conosciuta. Credeva in quel che faceva, nel bene sopra ogni cosa, credeva non nelle seconde, ma nelle quinte seste e settime possibilità. È morta facendo quel che sapeva fare meglio: aiutare gli altri. E lo faceva in punta di piedi, come tutto. In cortile abbiamo una Madonnina; lei per mettere un fiore chiedeva il permesso».
63 anni, appartenente alle Piccole Apostole di Gesù, dopo avere prestato servizio per 17 anni in Burundi, dal 2001 abitava nel quartiere di Quarto Oggiaro, alla periferia di Milano. «Era una piccola apostola di Gesù. Piccola, per essere vicina ai piccoli, ai poveri, per condividere senza mettere in imbarazzo, per servire, semplicemente, vivendo la carità con la naturalezza di chi ne ha fatto il tratto quotidiano» scrive di lei l'arcivescovo Mario Delpini. «Apostola, per rivelare d’essere mandata, di non avere altra ragione per essere lì dov’era che quella dell’obbedienza vissuta come una forma ovvia di libertà. Di Gesù, per aiutare ogni fratello e ogni sorella a sentire la vicinanza del Salvatore, a sperare una salvezza che non sia solo il sollievo di un momento, ma la comunione che rende felici per sempre». Che conclude nel messaggio di cordoglio: «La morte di sorella Maria Assunta l’ha resa nota anche a chi non l’ha conosciuta e così prego e spero che, mentre sorella Maria Assunta partecipa alla gioia eterna di Dio, dalla sua morte sia dato a noi e a molti di imitare la sua vita».
Commosse anche le parole di Agostino Fedeli, presidente della Vispe, la Ong di laici e religiosi con cui suor Assunta ha fatto la missionaria per vent'anni in Africa; lui la conosceva molto bene: «Davvero, in queste ore non riusciamo a toglierci dalla testa sorella Maria Assunta e il suo sorriso. La sua è sempre stata una presenza importante e allo stesso tempo silenziosa, nascosta: aiutava senza farlo vedere, senza urlarlo, senza farlo pesare. Era attenta a tutti e soprattutto aveva a cuore i senzatetto: ci pare di vederla ancora, andare via da Badile la domenica pomeriggio con dei borsoni più grandi di lei, pieni di maglioni e vestiti per le persone che lei sapeva di dover aiutare. Sempre sorridente, sempre: credo di non averla mai vista arrabbiata, nemmeno una volta».
Accorato il ricordo della Ong Vispe: «Se n’è andata così. In una sera gelida e sbagliata, nel silenzio di questi giorni che ci appaiono tanto strani e tanto ingiusti. Se n’è andata così, sorella Maria Assunta, “Mary”. Se n’è andata mentre stava facendo quello che ha fatto per tutta la vita, nella sua continua e incessante dedizione al servizio dei più poveri. Stava andando a portare un pasto caldo a un senzatetto, quando un’auto l’ha travolta portandosela via: via da chi l’ha conosciuta e amata, via da tutte le persone che sorella Maria Assunta ha aiutato, via da un’esistenza fatta di attenzione ai bisogni dell’altro, via dalla sua famiglia e dalla gente che in queste ore non riesce a trovare le parole per dare voce a un dolore sordo. A una mancanza enorme. «Io sono una migrante» amava ripetere spesso; “La mia famiglia è arrivata qui dalla Sardegna quando ero una bambina e so cosa vuol dire mancare del necessario, e dover tenere d’acconto ogni piccola cosa, non sprecare nulla”. E forse anche per questo motivo lei, sorella Maria, ha deciso fin da giovanissima di dedicarsi ai poveri. Durante il rosario recitato domenica sera, un sacerdote a lei molto amico ha detto una frase semplice: “Sorella Maria Assunta ha fatto la scelta di non sposarsi, ma è stata capace di essere la mamma di tutti”. Una frase in cui c’è la forza di un’esistenza fatta a donarsi, senza interesse e senza limitazioni: “Lei” dicono le sue sorelle ad Appiano Gentile “era disponibile, sempre: per tutti, a tutte le ore”. Proprio come una mamma.
Sorella Maria Assunta era partita giovanissima per il Burundi nel 1985, per quella terra tanto lontana e così povera dove si era subito messa al servizio dei poveri tra i poveri: il lavoro a Nkuba con gli orfani e gli anziani, la sua presenza a fianco delle vedove nei quartieri di Jabe, nella capitale Bujumbura. In quegli anni, soprattutto dopo la guerra civile, orfani e vedove non si contavano: e sorella Maria era lì, ogni giorno per diciassette anni. Presente, come una mamma, insieme alla comunità delle sorelle. E poi, tornata in Italia dal 2002, la comunità le ha chiesto di essere vicina ai poveri nella periferia di Quarto Oggiaro. Lei inizialmente aveva sofferto molto il non poter tornare nel suo Burundi, ma si era resa immediatamente disponibile ed eccola ancora vicino ai bisognosi: ai poveri, a chi era solo. Fossero cristiani, musulmani o di qualsiasi altra fede e religione: erano semplicemente uomini e donne. E sorella Maria Assunta c’era, sempre: per portare una carezza, una parola di conforto, un pasto caldo. Come stava facendo l’altra sera, quella sera così umanamente ingiusta. Manca, sorella Maria Assunta. Manca e mancherà come mancano quelle persone capaci soltanto di portare sorrisi a tutti quelli che incontrano. Resteranno vivissimi tutti i ricordi che ci legano a lei, resterà vivissimo tutto il bene che ha portato e dato. Resterà vivissimo, negli occhi di chi oggi piange e le dice grazie».
Il consigliere di zona 8 del PD, Fabio Galesi, ha sintetizzato così ciò che suora Assunta rappresentava per il quartiere in un post su Facebook: «Ci sono persone che nel silenzio si spendono molto per il prossimo. Questa è la "suorina Assunta", così tutti la chiamavano dove viveva, nelle case popolari di Via Cittadini - Zoagli. Purtroppo è scomparsa ieri pomeriggio verso le ore 17.30. È stata investita in bicicletta sul ponte di Via G.B. Grassi. Come tutte le sere si recava sotto al ponte per portare un pasto caldo al senzatetto che da anni vive li. Nel ritornare a casa purtroppo una macchina l'ha investita. La suorina Assunta era una figura di riferimento del quartiere di Quarto Oggiaro, ma non solo, una persona devota nell'aiutare il prossimo. Voglio ricordarti con il tuo sorriso e con le tue belle parole! Ciao Suorina!».

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