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A ROMA AUMENTANO LE FAMIGLIE SULL’ORLO DELLA MISERIA

di Jacopo Scaramuzzi
da www.famigliacristiana.it
@Riproduzione Riservata del 26 novembre 2019

Il rapporto annuale della Caritas diocesana fotografa il fenomeno degli «equilibristi della povertà». Una città con persone più anziane e più sole. Al via a dicembre il piano freddo per i senza tetto. E venerdì il Papa visita la cittadella della carità.-

Aumentano a Roma gli «equilibristi della povertà», persone e famiglie alle quali basta un nulla per ritrovarsi poveri. La Caritas diocesana, che li incontra nelle proprie mense, ha fotografato questo fenomeno nel nuovo rapporto annuale sulla povertà.
La Caritas capitolina, fondata 40 anni fa da don Luigi Di Liegro, riceve papa Francesco venerdì pomeriggio, 29 novembre, nella «cittadella della carità» che sorge sulla via Casilina vecchia. Il vescovo di Roma «viene in qualche modo tra i suoi», ha commentato il direttore dell’organismo responsabile delle attività caritatevoli, don Benoni Ambarus, «ci darà spunti sui prossimi 40 anni della Caritas: i tempi sono complessi, molto difficili, e aspettiamo che ci dia la rotta».
Tra le novità individuate dal rapporto sulla povertà, l’emergenza di molti «equilibristi della povertà», famiglie in bilico tra il rischio povertà e quello dell’indebitamento. «Camminano su un crinale e c’è sempre il rischio che cadano», ha spiegato in conferenza stampa monsignor Gianpiero Palmieri, vescovo ausiliare con la delega per la carità, la pastorale dei migranti e i rom: «Molti bilanci famigliari si reggono sul lavoretto di un figlio, la pensione di un anziano, e basta un nulla e si passa dalla povertà relativa alla povertà assoluta, il reddito basta per pagare il mutuo, o l’affitto, ma non per pagare il resto». Il rapporto rileva che le famiglie con figli minori e reddito inferiore ai 25mila sono 125.560; si abbassano in particolare i redditi dei 30-44enni; e, allargando lo sguardo al Lazio intero, dopo un decennio dalla grande crisi il fallimento per debiti riguarda quasi 208mila famiglie, con un incremento in 10 anni pari al 14%. Una situazione di fragilità della quale possono approfittare, ha denunciato don Ambarus, forme di «usura legalizzata» e «sciacallaggio finanziario». La Chiesa, da parte sua, mette in campo anche a Roma centri anti-usura, oltre a sportelli di ascolto e di consulenza, nonché il «fondo famiglia» e i diversi «empori» della solidarietà.
Molti i dati allarmanti contenuti nel rapporto, che mette in luce il legame tra tre tipi di povertà: economica, educativa e relazionale. Gli adulti sono «sempre più soli»: nella capitale i matrimoni, sia civili che religiosi, sono in calo del 35% negli ultimi venti anni, aumentano i divorzi, e su 1.360.158 famiglie il 44,3%, pari a 602.695, sono nuclei formati da una sola persona. Tra le prime richieste degli utenti Caritas, è stato sottolineato, vi è proprio quella di ricevere «ascolto», prima ancora si servizi specifici. La città è sempre più anziana: tra il 2006 e il 2018 sono cresciuti dell’8% gli over65, del 14% gli over70, del 25,3% gli over80. Nello stesso lasso di tempo i minori sono aumentati solo del +3,1%: i minori romani diminuiscono del 3,1% ma gli stranieri da 0 a 17 anni aumentano del 41%. Sono diminuiti di circa un terzo i bambini nati da madri di 25-34 anni, sono aumentati di due punti percentuali le madri tra i 35 e i 44 anni mentre le madri oltre i 45 anni sono quadruplicate, passando da 76 nel 2006 a 376 l’anno scorso. C'è un buon tasso di asili nido nei municipi dove la natalità è bassissima, mentre nei municipi dove ci sono molti figli il tasso di offerta di asili nido si dimezza: «Gli asili nido non stanno dove dovrebbero stare», ha chiosato Elisa Manna, curatrice del rapporto. Il tasso di dispersione scolastica negli ultimi 4 anni ha registrato un aumento del +19,6%. Quanto alle donne, vivere a Roma le espone a rischio superiore rispetto a quanto si registra nei piccoli centri per quanto riguarda i maltrattamenti in famiglia e lo stalking. In tutto il Lazio, poi, tra il 2000 e il 2017 nel Lazio i casi di violenze sessuali sono quasi raddoppiati.
L’incidenza della popolazione straniera a Roma, poi, è di 13,4% a fronte di Milano con il 19,8%, Firenze con il 16,3%, di Torino con il 15,1%. E se la situazione delle abitazioni popolari nella capitale è di «chiara potenziale esplosività», il tema delle assegnazioni agli stranieri, a centro della cronaca, mostra uno scollamento tra la realtà e la rappresentazione mediatica e politica: «Gli ultimi bandi di assegnazione, che hanno coinciso con la fase di aumento della presenza straniera sul territorio, hanno usato criteri che non hanno favorito gli stranieri», che rappresentano «una bassa percentuale nelle zone di edilizia popolare romana (media del 2,6% nei quartieri Erp)». Sul tema dei migranti, del resto, ha sottolineato monsignor Palmieri, «è palpabile che anche nei confronti del magistero del Papa ci sono riserve, se non aperte ostilità», ma «incontrare le persone, ascoltare le loro storie, può risvegliare la logica della solidarietà».
La conferenza stampa, che si è svolta al Vicariato, in Laterano, è stata anche l’occasione per annunciare l’avvio, a partire dal primo dicembre, del piano freddo diocesano per i senza tetto, con 200 posti in più, 70 dei quali nella cittadella che sarà visitata dal Papa e 130 distribuiti tra le tante parrocchie impegnate. «Esistono due città», ha spiegato Roberta Molina, «la città del benessere che verso sera comincia a spegnersi e si popola la città degli esclusi, persone che dormono nei giardini o per strada: vogliamo promuovere attività che permettano a questi due mondi di incontrarsi». Il rapporto di collaborazione col Campidoglio di Virginia Raggi, sul freddo come su tutte le questioni relative alla povertà, non manca. «Chiunque amministri questa città si trova di fronte a difficoltà enormi che richiedono l’impegno delle istituzioni ma anche della società civile e della Chiesa», ha sottolineato mons. Palmieri, mentre don Ambarus ha messo in rilievo, da parte sua, la realizzazione di una migliore «coprogettazione».
Più in generale, il rapporto sulla povertà, ha detto il direttore della Caritas romana, può dare l’impressione di un «bollettino di guerra» e si può avere l’impressione di «una città piuttosto grigia e deprimente, e per certi versi tale lo è: ma noi non siamo né appesantiti, né depressi, né scoraggiati, anzi viviamo questi numeri e queste difficoltà come una sfida lanciata dai deboli che ci chiedono “vediamo cosa siete capaci di fare”. E noi accettiamo questa sfida, perché esistono in questa città decine e decine di realtà, ecclesiali e non, che operano silenziosamente, e avrebbero forse bisogno di spazi maggiori anche nel racconto della città».

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