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Le bugie dei bambini

di Alessia Altavilla

É intorno agli 8 anni che i bambini imparano a mentire deliberatamente per sottrarsi a un castigo. Come comportarsi.-

I bambini molto piccoli (fino ai 4 anni) non dicono mai bugie. Ciò non significa che non mentano, ma semplicemente che, nel loro caso, non è possibile parlare di menzogne nel senso stretto della parola. La bugia, infatti, implica che la persona che la racconta conosca la differenza tra verità e finzione e decida deliberatamente di dar rilievo alla seconda piuttosto che alla prima. Un bimbo di 2 anni, perciò, potrebbe dire una frottola senza neppure rendersene conto, convinto che quello che ha detto sia vero. Impossibile, quindi, punirlo o sgridarlo per aver mentito poiché, nel suo caso, il castigo avrebbe solo l'effetto di confonderlo e spiazzarlo.

È a partire dai 4 anni, sostengono gli esperti e gli studiosi dell'età evolutiva, che i bambini cominciano a comprendere la differenza tra fantasia e realtà, tra cose vere e cose non vere, ed è proprio a partire da questa età che i piccoli iniziano ad affinare la tecnica del raccontare bugie, il più delle volte per sfuggire a una punizione o sottrarsi a una ramanzina. È fondamentale, quindi, in questa fase della crescita, spiegare a un bimbo che mente che le bugie non vanno raccontate e sgridarlo e punirlo ogniqualvolta lo si coglie in flagrante: bugiardi non si nasce, ma lo si diventa e lo si diventa proprio a partire da questa età.

C'è, però, da dire che per un fanciullo così piccolo 'bugia' non è solo quella raccontata da lui alla mamma o al papà, ma qualunque cosa venga detta e poi non mantenuta nella realtà dei fatti. È per questo motivo che, in questo periodo, è essenziale non dire al bambino cose che poi, di fatto, non potrebbero trovare riscontro nella vita quotidiana, per non istillargli l'idea che a mentire sono tanto i piccoli quanto gli adulti e che la bugia sia un tramite di comunicazione valido come un altro, ossia quello della verità.
Nel caso in cui questo dovesse accadere (se, per esempio, prometteste a vostro figlio di regalargli un giocattolo che poi non riusciste a trovare, oppure se gli assicuraste di prendere parte alla sua recita scolastica e, per qualche motivo a voi sconosciuto, non riusciste ad arrivare in tempo) siate pronti a spiegare al bambino che, talvolta, non sempre è possibile rispettare i patti e gli impegni presi e che ciò non equivale affatto a mentire poiché manca, da parte di chi lo fa, la volontà di raccontare una bugia.

I veri problemi, però, insorgono intorno agli 8-9 anni, quando il bimbo ha, ormai, affinato la sua tecnica di bugiardo e sa che non tutte le bugie possono essere scoperte e che talvolta quello di mentire è un valido strumento per sottrarsi dai pasticci. È inoltre in questo periodo che il piccolo comincia a farsi l'idea che raccontare frottole non sia sempre e comunque sbagliato e che a bugia raccontata non segue sempre, come conseguenza diretta, la punizione.

È questo il momento per far capire all'inguaribile bugiardo che se la menzogna non provoca sempre un castigo, determina invece senza dubbio una progressiva perdita di fiducia nei suoi confronti da parte di chi è stato ingannato con tutte le conseguenza che ciò comporta: la favola 'Al lupo! Al lupo!' è un ottimo esempio da raccontare ai ragazzini che, abitualmente, raccontano bugie ai genitori, agli insegnanti, agli amici.
da www.bambinopoli.it
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