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Elezioni europee

L’intervento di Mons. Mariano Crociata, Vicepresidente della Comece
Si intitola “Ricostruire comunità in Europa” la dichiarazione che i Vescovi della Comece, la Commissione episcopale dei Paesi dell’Unione Europea, ha redatto in vista delle elezioni europee che dal 23 al 26 maggio chiameranno alle urne i cittadini europei per eleggere i membri del prossimo Parlamento di Strasburgo.
“Con l’Unione si può crescere e vivere meglio; senza di essa si rimane condannati all’insignificanza e, soprattutto, all’impoverimento complessivo e alla soggezione verso i grandi poteri palesi e occulti che governano le sorti del pianeta.
Per questo gli egoismi nazionali uccidono non solo l’Unione ma anche quella solidarietà senza la quale i singoli paesi sono destinati alla lunga a soccombere”.
Lo afferma in un’intervista ad “Avvenire” Mons. Mariano Crociata, Vescovo di Latina e primo vicepresidente della Commissione episcopale dei Paesi della Ue, che definisce le prossime elezioni per l’Europarlamento “un appuntamento decisivo”.
Soffermandosi sulla sfiducia nell’Unione e nelle sue istituzioni, spiega le “diverse motivazioni”.
“Sullo sfondo sta senza dubbio la crisi economica e l’incertezza occupazionale, e quindi la preoccupazione per il futuro e un bisogno diffuso di sicurezza. Pesa soprattutto una immagine degli organismi dell’Unione Europea che la fa apparire come un ente burocratico anonimo e indifferente ai problemi delle persone e dei popoli.

L’Unione viene vista come un’autorità censoria e oppressiva. In tali condizioni diventa difficile percepire il lavoro che viene positivamente svolto dall’Unione”.

Per recuperare fiducia, secondo Mons. Crociata, serve “un rapporto più diretto, di comunicazione e di conoscenza tra le istituzioni europee e i popoli delle diverse nazioni”.

“La Chiesa Cattolica – si legge nella dichiarazione dei Vescovi – è stata parte della costruzione europea per oltre 2 millenni, dalle sue radici fino ad oggi, dando un contributo con la sua Dottrina Sociale”.

Se “l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona ha aperto un ampio ventaglio di nuove possibilità” dieci anni fa, oggi sembra dominare un “atteggiamento meno ottimistico”. Per questo sono necessarie “scelte politiche” che portino a “una rinnovata fratellanza” e “rilancino il progetto europeo”.

Fondamentale è che “i credenti e tutte le persone di buona volontà” vadano a votare, “senza cadere nella tentazione di uno sguardo ripiegato” e che “esercitino i loro diritti guardando alla costruzione dell’Europa”.

Se le persone manifesteranno le proprie opinioni politiche “potranno orientare l’Unione”, che “non è perfetta”, là dove vogliono che vada.

Oggi serve “una nuova narrativa di speranza che coinvolga i cittadini in progetti percepiti come più inclusivi e più al servizio del bene comune”, indicano i Vescovi.

Occorre quindi il voto innanzitutto, perché “ogni voto conta” nello scegliere persone che da maggio in poi “rappresenteranno le nostre opinioni politiche”.

E poi occorrerà che, dopo le elezioni, i cittadini “in modo democratico monitorino e accompagnino il processo politico”.

Guardando al futuro prossimo dell’Ue i Vescovi europei affermano che i cittadini e le istituzioni dell’Unione avranno bisogno di “spirito di responsabilità” per “lavorare insieme per un comune destino”, “superando divisioni, disinformazione e strumentalizzazione politica”.

Il riferimento dei vescovi Comece nel loro documento è alla campagna elettorale, che dovrà concentrarsi sulle “politiche Ue” e su come i candidati “sapranno elaborarle e concretizzarle”.

L’auspicio è che si “presentino le differenti visioni” evitando “sterili contrasti”.

Qualità necessarie per “coloro che vorranno assumersi un mandato a livello Ue” sono “integrità, competenza, leadership e impegno per il bene comune”.

I Vescovi indicano inoltre alcuni temi che stanno loro particolarmente a cuore, “l’economia sociale”, politiche per ridurre la povertà, basate sul principio per cui “ciò che funziona per i meno fortunati, funziona per tutti”, insieme all’attesa verso “un rinnovato sforzo per trovare soluzioni efficaci e condivise su migrazioni, asilo e integrazione”.

A questo riguardo due le sottolineature: l’integrazione “non riguarda solo le persone che entrano nell’Ue”, ma “anche i cittadini Ue che si spostano in un Paese diverso dal loro”, quindi la questione di fondo è: “come accogliersi meglio gli uni gli altri in Europa?”. In secondo luogo, i nodi della migrazione e dell’asilo non sono a sé stanti, ma sono legati ai temi della “solidarietà, a una prospettiva centrata sulla persona, a politiche economiche e demografiche efficaci”.

“Ispirati da Papa Francesco – concludono i Vescovi – chiediamo a tutti i cittadini, giovani e meno giovani, di votare e di impegnarsi nella campagna elettorale e nelle elezioni europee: questo è il modo migliore per costruire l’Europa secondo ciò che ritengono sia giusto ed equo.

Votare non è solo un diritto o un dovere, ma anche un’opportunità per dare concretamente forma alla costruzione europea”.

Da www.ilpopolotortona.it del 14 marzo 2019
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