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CAV - Centro di Accoglienza alla Vita Vogherese ODV

Via Mentana n. 43
27058 Voghera (PV)
Tel: 349 4026282
email: cavvoghera@virgilio.it

di Alessia Altavilla
Non esiste il momento perfetto per avere un bambino. C'è chi prima preferisce dedicarsi al lavoro. Chi vuole godersi la vita a due. Chi pensa solo a divertirsi. Alcuni segnali, però, abbastanza ricorrenti, lasciano trasparire quello che, di lì a breve, diventerà un desiderio concreto: avere un bimbo.-

Non si è mai davvero pronte ad avare un bambino e le emozioni che la gravidanza prima e la maternità poi si portano dietro sono un'incognita per tutte.
Non tutte le donne, poi, desiderano diventare madre seguendo un percorso analogo. Per alcune un figlio è il completamento di un progetto a due. Per altre un impegno che per motivi vari non vogliono affrontare o non credono di essere in grado di affrontare. Alcune ancora scelgono di avere un bambino senza eccessive analisi, lasciando semplicemente che le cose vadano come devono andare. Altre, invece, programmano la maternità a tavolino, dopo aver realizzato altri progetti, ritenuti prioritari.

Esistono, però, dei segnali molto chiari e abbastanza diffusi che lasciano intendere che una donna è pronta per un figlio e quello è il suo più grande sogno in quel particolare momento della vita.
Ecco quali sono:

  1. Ovunque ci si gira, vede un bambino. E anziché infastidirsi, come in passato, ci si ritrova a sorridere anche dei capricci nei luoghi pubblici.
  2. L'animale di casa porta il nome che la coppia vorrebbe dare al figlio, a prescindere dal fatto che si tratti di un nome di persone.
  3. Si entra di nascosto nei negozi dedicata alla gravidanza e al puerperio e, a turno, ci si ritrova prima a fingere di essere incinta; quindi ad avere effettivamente il bimbo in braccio e a dover scegliere per li.
  4. Ci si ritrova a guardare con un pizzico di invidia le mamme che spingono il passeggino.
  5. Si passano ore su internet per comprendere come funziona l'ovulazione e quand'è il momento migliore per provare a concepire il piccolo.
  6. Si prende parte con un certo compiacimento a tutti i baby shower delle amiche divertendosi di più nel negozio di abbigliamento di bambini per la scelta del regola che in quelli degli adulti per acquistare un vestito per sé.
  7. L'idea delle notti in bianco, delle sveglie all'alba, delle scarpe basse e dei vestiti sbrodolati, è un'attrattiva irresistibile e non ci sono obiezioni che tentano in merito.
  8. Si effettuano test di gravidanza periodicamente (anche quando le possibilità di essere rimasta incinta sono nulle) con la speranza che entrambe le lineette si colorino.
  9. L'acido folico è il tuo cavallo di battaglia a tavola con amici e amiche.

da www.bambinopoli.it
@Riproduzione Riservata del 21 novembre 2017

A cosa servono e quali obiettivi si pongono i corsi pre-parto, organizzati da quasi tutte le strutture ospedaliere.-


Organizzati da quasi tutte le strutture ospedaliere pubbliche e private, i corsi preparto sono strumenti utilissimi a disposizione delle future mamme per imparare a riconoscere e accettare i cambiamenti e le trasformazioni cui va incontro il corpo durante la gravidanza e per prepararsi ad affrontare in modo sereno e consapevole il momento del parto e del travaglio.
La finalità di queste lezioni, proposte presso i centri pubblici generalmente a partire dal 6° mese di gestazione, non consiste, quindi, nella pretesa di insegnare alla donna le tecniche per un travaglio e un parto perfetti, ma di condurla a questa delicata fase della gravidanza in modo dolce, senza angoscia e ingiustificati timori.
A questo scopo, alla futura mamma vengono date una serie di nozioni che riguardano da una parte le trasformazioni subite dal corpo nel corso dei nove mesi attraverso, per esempio, lezioni teoriche di anatomia e fisiologia della donna; dall'altra, indicazioni pratiche circa le tecniche più indicate per reagire prontamente e nel modo migliore alle varie fasi del travaglio e del parto. Inoltre, alle partecipanti saranno fornite informazioni utili sulla gravidanza e i suoi possibili disturbi, sui diritti delle donne incinta e dei loro compagni (diritto di maternità e paternità, richiesta di assegni familiari…) e, infine, sui primi mesi di vita del neonato (come allattarlo, qual è l'alimentazione più indicata durante l'allattamento, come riconoscere i diversi tipi di pianto, cosa fare in caso di coliche gassose…).
Per le future mamme, quindi, la partecipazione a questi corsi, che per altro presso i centri pubblici sono spesso gratuiti, rappresenta un'ottima occasione per imparare a conoscere se stessa, le sue potenzialità, i suoi limiti e per arginare o eliminare i timori che, inevitabilmente, l'idea del parto suscita, forse più per paura dell'ignoto che dell'atto in sé.
Fondamentali, quindi, dal punto di vista psicologico, i corsi preparto svolgono una funzione determinante anche per quanto riguarda la preparazione fisica della gestante. Alle donne, infatti, vengono insegnate tecniche e metodi per assecondare le contrazioni nel corso del travaglio, per rilassare la muscolatura ed esercizi di respirazione utilissimi in sala parto nelle fasi decisive di espulsione.
Le metodologie cambiano a seconda del centro scelto (dallo yoga all'ipnosi, dalla ginnastica dolce al pilates, dallo stretching alla ginnastica in acqua…). Immutato, però, rimane l'obiettivo ultimo delle lezioni, ossia la volontà di diminuire le difficoltà del travaglio e del parto, ridurre il numero dei tagli cesarei, restituire a questo momento la sua originale naturalezza ponendo la donna (e il suo bambino) al centro della scena.

I corsi preparto sono, chiaramente, aperti anche ai futuri papà. La loro presenza, anzi, è quasi indispensabile per ottenere buoni risultati non solo perché frequentando le lezioni anche gli uomini hanno la possibilità di giungere preparati alla paternità e al ruolo che toccherà loro, ma anche perché seguendo la compagna nel suo percorso, avranno modo di condividere con lei le medesime emozioni, gli stessi dubbi, le stesse scoperte e potranno dare il loro contributo nel difficile momento del parto senza sentirsi estranei rispetto a questo evento fondamentale per la vita della coppia.
Inoltre, partecipando al corso, uomo e donna impareranno a vivere congiuntamente l'esperienza della maternità (e della paternità), imparando a conoscersi da un punto di vista completamente nuovo che li accompagnerà quando dovranno assumere il nuovo ruolo di genitori.

da www.bambinopoli.it
@Riproduzione Riservata del 19 novembre 2017

di Maddalena De Bernardi
Credere in se stessi per essere più felici e liberi: l'importanza di insegnarlo ai nostri figli fin da piccoli.-
Non si nasce coraggiosi, lo si diventa con il tempo e le scelte di vita.
Questo pensiero insegna qualcosa che spesso dimentichiamo: nessuno nasce coraggioso, pieno di paure o forte. Lo diventiamo attraverso le esperienze di ogni giorno, ecco perché è importante aiutare un bambino a costruire la consapevolezza della sua forza e sapere che le persone coraggiose non sono diverse dagli altri. Forza, energia, sicurezza si costruiscono momento per momento.
Diamo fiducia ai nostri figli
Se sbagli significa che ci hai provato
Solo chi non si butta, non fa errori. Troppo facile essere senza macchia: nella maggior parte vuol dire non aver fatto nulla. Sbagliare è avere coraggio, osare, tuffarsi nell'ignoto e se il risultato non sarà dei migliori, è il semplice fatto di averci provato con tutto il cuore ciò che ci rende persone migliori.
Anche i grandi hanno paura e si sono sentono insicuri
La paura viaggia insieme all'essere umano e ci accompagna in ogni istante. Un bambino non deve credere di non dover avere paura: la paura c'è, tuttavia è possibile fare le scelte che desideriamo nonostante essa sia lì e ci immobilizzi. Ascoltando il cuore con sincerità, si impara a sentire cosa è giusto fare e agire a prescindere dalla paura che abbiamo, ecco un insegnamento prezioso per la vita.
Puoi farcela. Ci sono tante risorse e abilità in te
Ogni essere umano ha bisogno di sentirselo dire: puoi farcela. Anche molti adulti si sentirebbero più forti e determinati in tante situazioni se avessero qualcuno pronto a scommettere su di loro. Non lasciare che tuo figlio pensi che tu non credi a sufficienza in lui. Può farcela, ognuno di noi ne è in grado perché la vita ci dà sempre una vita d'uscita e una soluzione. Quando dici questa frase non dimenticare di renderla più intensa grazie al contatto fisico e visivo: guarda il bambino negli occhi e prendilo per mano.
Tu hai il tuo modo di vedere e vivere il mondo, perché ognuno di noi è una persona unica e non ne esistono due uguali
Tu vorresti essere paragonato per bellezza, simpatia e bravura a un collega di successo, una sorella o l'amica del cuore? Nessuno ama sentirsi giudicato e messo a confronto, eppure con i bambini lo facciamo continuamente. In qualsiasi attività, che sia un disegno mezzo scarabocchiato, un compito il cui valore non è stato compreso dagli insegnanti o i compagni, insegna ai tuoi figli e ai bambini che capiteranno nella tua vita a vivere il mondo in libertà. Ascoltare la voce del cuore, rimanere fedeli a se stessi, avere il coraggio di esprimersi secondo la verità delle proprie sensazioni aiuta a mantenere vivo il bambino che è in ognuno di noi.
da www.donnamoderna.com
@Riproduzione Riservata del 17 novembre 2017

di Maddalena De Bernardi
Anche le ragazze hanno grandi capacità nelle materie scientifiche: superare i luoghi comuni e le convinzioni errate insegnando fiducia, autostima, creatività.-
Come nasce la passione per la scienza? Il film Il diritto di contare, uscito nel 2016 e diretto da Theodore Melfi, ci ha fatto commuovere perché attraverso la magia del grande schermo ci siamo calati nella storia di Katherine Coleman Goble Johnson, scienziata afroamericana nell'America degli anni Sessanta: sono gli anni in cui la Nasa sogna il primo astronauta sulla luna e l'America combatte contro la discriminazione razziale. Non solo: all'interno dello Space Task Group si lotta per i diritti di genere. Perché ancora oggi il binomio donne e scienza non è un fatto scontato.
Nel rapporto Ocse 2012 gli esperti, valutando 510mila ragazzi di 15 anni, hanno osservato: «La differenza nei risultati riflette la differenza di genere nella motivazione, nella spinta e nella fiducia in se stessi. Anche le ragazze che hanno gli stessi risultati dei loro colleghi maschi hanno meno costanza, un più basso livello di apertura alla soluzione dei problemi, livelli più bassi di motivazione a imparare la matematica e più alti livelli di ansia riguardo alla matematica rispetto ai ragazzi e sono propense ad attribuire la non riuscita a se stesse più che a fattori esterni».
Rosetta Zan, docente presso il Dipartimento di Matematica dell’Università di Pisa e presidente della Commissione Italiana per l’Insegnamento della Matematica, CIIM, si occupa di problem solving e nei lunghi anni di ricerca ha indagato il ruolo dei fattori non cognitivi nell’apprendimento. Il punto è proprio questo: l'enigma e la sua capacità di gettare un seme nella mente, spronarci a fare domande, trasformare il problema in una sfida. I suoi libri, in cui troviamo titoli come Problemi e convinzioni (Pitagora Editrice) e I problemi di matematica (Carocci Faber), pubblicato nel 2016, ispirano un interrogativo importante: come si insegna matematica a scuola?
Le linee didattiche prevedono libri di testo con esercizi semplificati, nei quali di solito è previsto un procedimento da riconoscere e imparare: errore non è solo lo sbaglio, ma anche la deviazione dalla norma, eppure l'approccio dei bambini di fronte al nuovo è estremamente curioso, entusiasta e ricco di immaginazione. Apprendiamo i fatti della vita attraverso i problemi che ci capitano e... le soluzioni che sappiamo trovare. Ecco una lezione importante, in matematica e nell'esistenza quotidiana.
Trovarsi di fronte a un problema, scoprire la propria capacità di concentrazione e trovare l'intuizione giusta attraverso prospettive differenti è il vero allenamento. Nel suo discorso per il Nobel, il fisico Richard Feynman disse: «Nello scrivere articoli pubblicati nelle riviste scientifiche siamo abituati a presentare il lavoro quanto più terminato possibile, nascondere tutte le strade tentate, non preoccuparsi dei vicoli ciechi per cui si è passati o descrivere come si era iniziato dall'idea errata, e così via. Insomma, non c'è alcun posto dove pubblicare in maniera degna cosa si è davvero fatto per arrivare a quei risultati».
Imparare a percorrere strade nuove è un'abilità che può essere sostenuta e incoraggiata: avviene quando sentiamo di poter commettere errori e imparare dagli sbagli che facciamo. Secondo un'indagine effettuata dall'Università di Bologna avere genitori convinti che la matematica sia una cosa da maschi influisce negativamente sulla vita scolastica delle figlie, al contrario il sostegno e la fiducia producono effetti positivi perché aiutano l'autostima generando un miglioramento anche nei voti.
Matematica ed esperta di didattica alternativa, Maria Droujkova spiega che innamorarsi della matematica avviene fin da piccoli: sono innumerevoli le occasioni in cui possiamo esercitare le potenzialità dei bambini, dal supermercato ai libri illustrati. Scoprire la magia dei numeri significa lasciarsi trasportare in un universo altro, giocare, immaginare la realtà attraverso schemi differenti.
«Eravamo tutti, semplicemente, dei ricercatori, ed eravamo totalmente impegnati in questo» spiega di se stessa Katherine, le cui vicende hanno ispirato la pellicola Il diritto di contare. Fin da bambina mostra spiccate abilità matematiche, tanto che il padre, boscaiolo, e la madre, insegnante, accetteranno di trasferire l'intera famiglia dal West Virginia affinché la figlia possa continuare i suoi studi.
Quanto siamo disposti a vedere e stimolare i talenti nascosti dei bambini? La capacità di esercitare la curiosità, a ogni età, e accompagnare un figlio verso la sua strada, qualunque essa sia indipendentemente dal sesso o dai nostri desideri, è ciò che nella scelte di ogni giorno potrà aggiungere una piccola tessera al mosaico di una società più felice, culturalmente consapevole e libera.
da www.donnamoderna.com
@Riproduzione Riservata del 17 novembre 2017

di Sara Notarantonio
Allattare un bambino fino a 3 anni non è né dannoso né inutile, come ci spiega l'ostetrica.-
Spesso, anzi troppo spesso, le mamme mi domandano se il loro latte vada bene per il loro bambino, se sia poco nutriente o se ne abbiano abbastanza. Devono sapere che il latte materno è l'unico alimento completo, specifico e perfetto per la crescita del neonato.
Un altro timore delle mamme è se un allattamento prolungato possa essere dannoso per lo sviluppo psichico del proprio bambino. Diversi studi hanno messo in evidenza come i bimbi che hanno il seno a disposizione (come facevano le nostre bis bis nonne) lo abbandonano autonomamente e serenamente intorno ai 3 anni. Svezzare tutti i bambini intorno a 6 mesi o addirittura prima è sbagliatissimo perché ogni bambino segue una propria tappa evolutiva. I pediatri dovrebbero consigliare di svezzare il bambino quando il piccolo:
- Riesce a stare seduto da solo senza il sostegno di cuscini.
- Riesce a passare il cibo da una mano all'altra e a portarlo alla bocca da solo.
- Se non caccia la lingua quando gli viene poggiato un cucchiaio sul labbro inferiore.
Ecco i motivi per cui l'allattamento prolungato non è dannoso:
- L’allattamento riduce rischi come l’osteoporosi, il tumore al seno e all’ovaio.
- Protegge i neonati dalle infezioni e riduce il rischio di celiachia, diabete e allergie.
- Il bambino che ha un allattamento prolungato è un bambino con una sicurezza maggiore. Quindi non sarà assolutamente un mammone ma anzi avrà un rapporto con la madre certo e indipendente.
- Il bambino sta bevendo un latte creato appositamente per lui e non di un altro mammifero come quello di una mucca.
- L'ecologia ne ha un beneficio: si produce meno CO2.
- Il latte materno non ha costi ed è sempre disponibile.
Una cosa importantissima da dire è che l’allattamento prolungato non è un privilegio di cui possono beneficiare soltanto le mamme casalinghe perché anche una donna che lavora e sta molte ore fuori casa può, una volta tornata a casa o al mattino, offrire il seno quando lei o il bambino lo desiderano. Quando una mamma torna al lavoro la "produzione di latte" si adatta naturalmente a nuovi ritmi.
La mia personalissima opinione è che ogni mamma sa cosa sia il meglio per lei e per il suo bambino e che entrambi sono, se informati e seguiti da una professionista, competenti nell'allattamento. Ogni mamma fa del suo meglio per accudire il proprio bambino e ogni sbaglio è fatto con amore.
Quindi fatti guidare del tuo bambino e concentrati su di lui senza sentire le opinioni della società e affidati ad un'ostetrica o consulente dell'allattamento per vivere al meglio il tuo allattamento fino a quando entrambi lo desiderate.
da www.donnamoderna.com
@Riproduzione Riservata del 12 novembre 2017

Come annunciare l'attesa di un bimbo a parenti e amici in modo divertente e non convenzionale? Di seguito 10 consigli per farlo validi sia per la futura mamma che per il futuro papà.-
C'è chi lo fa attraverso i social (Chiara Ferragni docet), chi radunando amici e parenti per un annuncio ufficiale, chi aspetta fino a quando la cosa sia naturalmente evidente, chi lo dice ancora prima ancora di averne la certezza assoluta, chi non sa come dirlo al lavoro, chi si confida solo con gli amici più intimi sapendo che questi faranno girare la voce fino a quando sarà di pubblico dominio... Fatto sta che dare la bella notizia della gravidanza è uno degli aspetti più emozionanti e a modo proprio divertenti dei nove mesi di attesa.
Di seguito, ecco alcuni modi stravaganti in cui l'annuncio è stato fatto, a prescindere dal fatto che a farlo siano stato il futuro papà o la futura mamma.
UN APERITIVO NEL BIBERON
Organizzare un aperitivo a casa invitando tutti gli amici più intimi e dirlo servendo loro vino e birra in piccoli biberon dal tappo rosa e azzurro. Ecco un modo decisamente divertente di annunciare la gravidanza senza togliersi la possibilità di brindare con le persone più vicine alla bella notizia. Per le coppie più giovani, abituate a ritrovarsi per bere qualcosa e tirare tardi in pub e locali. 

UNA FOTO COME LE ALTRE: L'ECOGRAFIA
Poche persone, ormai, stampano più le fotografie e invitano i parenti per vedere l'album delle vacanze. Ma per coloro che sentono di rientrare in questa categoria, l'idea è quella di far scivolare tra le foto dell'ultimo viaggio anche un'ecografia, quasi si trattasse di un errore accidentale. L'effetto sorpresa è garantito.
UN PAIO DI SCARPINE SOTTO L'ALBERO DI NATALE
Poiché Natale si avvicina, quale momento migliore per annunciare la nascita imminente del bimbo che la festa per antonomasia considerata delle famiglie? Se l'abitudine è quella di scartare i regali tutti assieme, mettete sotto l'albero una scatolina con un minuscolo paio di scarpine da bebè: saranno le sue prime scarpette e il regalo da tutti più inaspettato e felice.

FOTO MODIFICATE
Per chi è abile con i programmi di fotoritocco e ama condividere la propria vita sui social, un'altra idea potrebbe essere quella di modificare una foto di profilo della pancia della mamma, disegnando a matita la pancia in crescita. Per i primi nove mesi preliminari alla vita con il bambino, quella potrebbe essere la foto di profilo della futura mamma.

SCARPONI, SCARPE, SCARPETTE
Sempre sul tema di 'comunichiamolo attraverso una foto', un bello scatto prevede una foto in primo piano della scarpe dei genitori e accanto, un minuscolo paio di scarpette per il bimbo. Accanto a ogni piede sarà indicato l'anno e il mese di nascita.
IL FRATELLINO CHE VERRA'
Esistono vari modi per annunciare la nascita di un fratellino/sorellina al bambino più grande. Uno di questi, il più classico, consiste nel raccontargli una favola sull'argomento.

IL PARTY DELL'ANNUNCIO
Alcune coppie scelgono di dirlo nel corso di una party in piena regola, organizzato dichiarando tutt'altre finalità. La coppia, al termine della festa, darà la notizia nel corso di un discorso ufficiale.
da www.bambinopoli.it
@Riproduzione Riservata del 10 novembre 2017

di Alessia Altavilla
Un'idea molto originale, ispirata a un libro, per aiutare i bimbi ad affrontare il distacco da mamma e papà: una scatola piena di baci da tirare fuori quando la mancanza dei genitori diventa insostenibile.-
Un'idea molto carina e originale per aiutare i bambini in età da nido o alle prese con i primi mesi di inserimento alla materna è quella di realizzare per loro una minuscola scatola di baci da usare all'occorrenza per superare la mancanza e la solitudine.
L'idea nasce dal libro Zeb e la scorta di baci (ed. Babalibri), la storia di una piccola zebra che per la prima volta deve affrontare la separazione da mamma e papà e partire da solo per una vacanza senza genitori.
Zeb, per non sentire la solitudine, si porta dietro una scatola piena di baci che tira fuori all'occorrenza quando la mancanza diventa insopportabile. In questo modo, supera le difficoltà, si gode il viaggio e impara a condividere con i suoi compagni il suo prezioso tesoro, in modo che tutti possano sentirsi meglio.
Questo libro tenerissimo viene spesso usato negli asili e nelle materne per aiutare i bambini a superare la difficoltà del distacco e per guidarli nell'accettazione della separazione dai genitori attraverso l'immedesimazione con altri situazioni e storie simili. La storia della piccola zebra è la fonte di ispirazione per l'idea della scatolina di baci. 

Come si prepara?
Semplicissimo. Procuratevi una scatolina di metallo che il bambino potrà tenere sempre nel suo armadietto. 
Ritagliate tanti cartoncini bianchi della stessa misura e, con le labbra rosse di rossetto, schioccate tanti baci sui fogli in modo che rimangano impressi.
Ogni volta che il bambino si sentirà solo o sentirà la vostra mancanza, potrà tirare fuori un bacio dalla scatola e percepire l'amore che provate per lui.
da www.bambinopoli.it
@Riproduzione Riservata

di Alessia Altavilla
Che sia vero o no, non lo sappiamo. Ma le mamme che lo hanno provato ne sono quasi certe. Pare esista un materasso che aiuta a conciliare il sonno dei neonati. Da utilizzare dalla nascita sino al 4° mese.-
Il sonno è sacro. Lo sanno bene le neomamme che nei primi mesi di vita del bambino devono affrontare la fatica dei risvegli notturni. Non solo quelli obbligati della pappa, ma anche quelli evitabili legati alla difficoltà del bambino di dormire, adattarsi ai ritmi sonno-veglia degli adulti.
Per alcune mamme la soluzione è portare il bambino nel lettone e attaccarlo al seno ogni volta che piange.
Altri optano per le goccine naturali che aiutano il bambino a trovare il suo equilibrio.
Atre ancora percorrono strade più rigide cercando la soluzione in questo o quel metodo, più o meno efficace. 
E, infine, ci sono quelle che scelgono un materasso. 
Non lo abbiamo testato personalmente, quindi prendete quanto sotto con il beneficio del dubbio. Ma tutte le mamme che lo hanno provato e ce ne hanno parlato, sembrano essere d'accordo. Il materasso Cocoonababy aiuta il piccolo ad addormentarsi.
Perché? Perché è realizzato quasi si trattasse dell'utero materno e come l'utero materno ha una forma anatomica e raccolta, che fa sentire il bambino al sicuro.
Che i classici lettini con le sbarre non siano i più adatti nei primi mesi è abbastanza risaputo. I neonati, infatti, abituati all'ambiente ristretto dell'utero materno, possono sentirsi persi in un spazio che loro percepiscono come immenso (tenete conto che nelle prime settimane di vita i bambini non vedono. Non sanno, quindi, riconoscere i confini di un oggetto e percepirne le misure. In generale, i bimbi 'sentono' lo spazio, lo tastano intorno a loro. Se non trovano barriere, per loro quello è uno spazio infinito).
Si tratta, sostanzialmente, di un materasso nido estremamente morbido in cui i bambini possono ritrovare posizioni che appartenevano alla loro vita perinatale e dove, grazie ai movimenti limitati, possono migliorare la coordinazione occhi-mano.
Al contempo, grazie alla forma, questo materasso sembrerebbe ridurre il reflusso gastroesofageo dopo la poppata notturna.
I bambini possono venire accolti comodamente dai primi giorni sino al quarto mese o, più in generale, sino a quando iniziano a girarsi e il materasso può essere facilmente inserito all'interno del tradizionale lettino con le sbarre.
da www.bambinopoli.it
 
@Riproduzione Riservata

Cosa significa essere genitori oggi? A cosa servono gli incontri di Terapia Familiare e perché può essere utile che una coppia decida di prendere parte a sessioni di training alla genitorialità? Ce ne parla la dottoressa Cristina Savatteri.-

Si parla e si legge spesso della difficoltà dell'essere genitori.
La complessità della vita, infatti, se da una parte ha portato benessere e progresso, dall'altra ha reso necessaria la ridefinizione di tutti i ruoli.
I cambiamenti sociali, culturali ed economici hanno trasformato la famiglia e le loro dinamiche. Tutto ciò ha avuto numerosi risvolti nella crescita dei figli e nella definizione dei ruoli genitoriali. La mia esperienza con le famiglie mi ha fatto cogliere le difficoltà e i disagi che spesso rendono difficile la crescita dei figli.
La genitorialità rappresenta una funzione complessa che incorpora in sé sia aspetti individuali relativi alla nostra idea (in parte conscia e in parte inconscia) di come un genitore debba essere, sia aspetti di coppia relativi alla modalità relazionale che i partner condividono nell’assolvere questo specifico compito.
Le domande che maggiormente mi vengono rivolte durante i colloqui sono di questo tenore: “Come devo comportarmi? Mio figlio ha un comportamento che non capisco.”
Spesso evidenzio nei genitori una difficoltà sempre crescente nel riuscire a capire che i figli hanno una loro identità, idee personali in continua evoluzione, opinioni e interessi che, spesso, divergono da quelle dei genitori.
Ci sono, poi, genitori che non sono d'accordo, anche se inconsapevolmente, sul metodo educativo da adottare e creano, per questo, confusione e reazioni disorientate nei figli.
Ciò che cerco di far comprendere che non è possibile essere genitori sempre nello stesso modo e provo a convincere le famiglie che vedo a frequentare spazi di condivisione e sostegno alla genitorialità per trovarci un confronto chiaro e un punto di riferimento nei momenti di difficoltà.
La genitorialità ci riporta alla teoria dell’ attaccamento, al clima emotivo nella relazione madre-bambino.
E’ necessario, perciò, porsi in una relazione di sensibilità e continua strutturazione dell’ambiente non solo fisico ma anche “psichico” della mente del genitore.
La ridefinizione che i genitori si trovano ad affrontare in base ai cambiamenti educativi, infatti, è continua e non è per niente semplice. Ecco anche in questa ridefinizione dei ruoli e dei cambiamenti delle dinamiche familiari che possono insorgere disagi relazionali, che ricadono sui figli.
Molti genitori si trovano in difficoltà ad affrontare i possibili disagi o i disturbi del bambino in crescita e che per questo decidono, insieme, di affrontare training alla genitorialità che li aiutino a trovare la strada corretta i mezzo al buio che li circonda.
A questo proposito, possono essere utili anche gli Interventi di Terapia Familiare durante i quali la coppia si rivede e ritrova la possibilità anche di modificare il proprio ruolo genitoriale.
Con la teoria dell’ attaccamento di Bowlby c'è una unione di aspetti educativi e clinici nella relazione con i figli.
E' attraverso questa relazione genitoriale che il bambino costruisce il proprio sé e la propria identità.
Il bambino apprende soprattutto all'interno della famiglia gli strumenti per affrontare ciò che accade esternamente. Durante la crescita si chiede ai genitori di rafforzare la capacità di affrontare i conflitti, e durante gli interventi terapeutici ci si confronta per cogliere le varie emozioni (rabbia, paura, gioia, aggressività ) come vengono affrontate all’ interno della famiglia.
La dottoressa Cristina Savatteri, psicologa e psicoterapeuta, lavora con i bambini e le loro famiglie con particolare attenzioni per le problematiche riguardanti lo sviluppo e i percorsi di crescita, i disturbi dell'apprendimento, i disagi emotivi e le difficoltà  di crescita.
Per maggiori informazioni o per fissare eventuali appuntamenti é possibile contattarla all'indirizzo cristisavaATlibero.it

da www.bambinopoli.it
@Riproduzione Riservata
 

di Redazione Bambinopoli

E’ stato presentato ufficialmente il 18 ottobre 2017. E’ il nuovissimo AxissFix Air , che ha una caratteristica “invisibile”, ma davvero innovativa: è l’unico seggiolino al mondo con Airbag integrati.-
In Italia si verificano circa 170.000 incidenti sulla strada. Nel 2016 sono stati 53 i bambini che hanno perso la vita in incidenti stradali e più di 1.300 hanno subito ferite, alcune delle quali anche gravi.

Nonostante gli Airbag siano già utilizzati per le auto e per i giubbini dei motociclisti, nessuno finora li aveva utilizzati per migliorare gli standard di sicurezza nel trasporto di coloro che sono più “preziosi” e fragili: i bimbi in auto.

I bambini in tenera età hanno, infatti, testa e collo molto fragili. Se la testa e il collo vengono proiettati in avanti troppo rapidamente e in modo violento, come succede in caso di collisione anteriore del veicolo, possono subire seri danni.

L’Airbag consente proprio di ammortizzare questi movimenti e di proteggere quindi ulteriormente i bambini, anche quando sono molto piccoli. I test hanno provato che la tecnologia Bébé Confort Air Safety® contribuisce a ridurre fino al 55% in più le forze che si sprigionano sulle vertebre del collo e sulla testa del bambino in caso di collisione frontale, quando il bambino viaggia in senso di marcia.

In caso di collisione, gli airbag vengono immediatamente innescati e si gonfiano con aria fredda in soli 0,050 secondi! L’impatto viene rilevato grazie a dei rilevatori inseriti nel sistema ISOFIX.

Il seggiolino AxissFix Air  ha comunque tutta una serie di caratteristiche di estrema utilità e importanza per la sicurezza.

Le 2 possibilità di installazione consentono inoltre di seguire ogni stadio di sviluppo del bambino, garantendo praticità e risparmio. Il prodotto può essere usato infatti dai 4 mesi ai 4 anni.

- Sicurezza i-Size

- Sedile girevole a 360 gradi

- 2 possibilità di installazione, in entrambi i sensi di marcia (in senso contrario di marcia fino a 87 cm di altezza del bambino)

- Garanzia del prodotto a vita.

da www.bambinopoli.it
@Riproduzione Riservata del 03 novembre 2017
 

CAV Voghera

L'Associazione Vogherese di volontariato, che aiuta gratuitamente la donna in difficoltà ad accogliere la vita, superando le difficoltà.

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