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CAV - Centro di Accoglienza alla Vita Vogherese ODV

Via Mentana n. 43
27058 Voghera (PV)
Tel: 349 4026282
email: cavvoghera@virgilio.it
di Elena Ugolini, Dirigente Scolastica

da www.avvenire.it
@Riproduzione Riservata del 27 maggio 2022

Non possiamo pensare che il fenomeno della contrazione demografica che nei prossimi 10 anni ridurrà di più di un milione gli studenti italiani, riguardi solo gli insegnanti. Se fosse solo un problema occupazionale basterebbe diminuire a 15 il numero di alunni per classe (come ha proposto un sindacato pochi giorni fa). Purtroppo quando si parla di questa crisi sembra che questo declino sia inevitabile e che l’unica vera urgenza sia cercare soluzioni per non far perdere posti di lavoro.

Di fronte a un cambiamento così rilevante penso sia invece urgente farsi delle domande su alcune questioni fondamentali che mettono in relazione due aspetti importanti della nostra vita: il desiderio e la propensione a mettere al mondo dei figli, la possibilità di dare loro un’educazione e un’istruzione di qualità. Perché vale la pena mettere al mondo un figlio? Non sono solo le condizioni esterne che incidono su questa decisione, c’è un modo di concepire la propria vita, le relazioni, il lavoro, gli affetti, il futuro che pesano in modo fondamentale su questa 'propensione'. Sicuramente in Italia non ci sono delle norme che incoraggiano i giovani a mettere al mondo dei figli, ma esiste anche una mancanza di senso della positività e della bellezza del vivere che blocca il desiderio di generare nei giovani.

Per chi non ha l’aiuto dei genitori vicini e per il modo in cui si muove il mercato del lavoro è tutto molto difficile e il fatto che sia aumentato al 35,8% il numero dei figli nati fuori dal matrimonio (Istat 2020) è un fatto non banale. Ci sono tanti genitori soli. Negli ultimi 10 anni in Italia il tasso di fecondità è sceso da 1,43 a 1,25 figli per donna, confermando un trend che è stato accelerato dalla pandemia, ma che arriva da molto lontano. Sono una baby-boomer, penso sia ora di chiedersi seriamente che cosa abbiamo comunicato ai nostri figli che sono diventati grandi.

Che cosa hanno respirato in casa e a scuola? Che cosa hanno visto in noi adulti? Per questo il tema dell’educazione è fondamentale, riguarda tutti ed è strettamente connesso al dato sul calo demografico che mette l’Italia all’ultimo posto in Europa. Un Paese non potrà mai promulgare una legge perché «aumenti la propensione delle donne ad avere figli», ma può varare delle norme che facciano pensare alla maternità come a una bella possibilità e non come a una corsa ad ostacoli da evitare. Nazioni come la Germania e la Francia insegnano, ed è la direzione che dovrebbe prendere in modo sempre più deciso il Family Act.

C’è un altro fronte su cui l’Italia potrebbe agire da subito: cogliere l’occasione di questo cambio di scenario demografico per chiedersi come migliorare la qualità dell’alleato più importante che abbiamo nella crescita dei figli: la scuola. Ridurre il numero di alunni per classe non basta per migliorare la qualità della proposta didattica. Il lavoro a piccoli gruppi è importante, sono fondamentali attività didattiche diversificate per valorizzare talenti e accompagnare fragilità, ma tutto dipende da un fattore di cui ci si dimentica sempre: la preparazione e la passione con cui i docenti si relazionano con i propri alunni. Meglio una classe di 25 studenti con un bravo insegnante che una classe di 15 con un docente non all’altezza.

Meglio valorizzare gli insegnanti dal punto di vista professionale e salariale che tenerli in un limbo senza prospettive. Meglio scrivere un codice deontologico per i docenti e definire il loro stato giuridico che lamentarsi perché si introduce la necessità della formazione in servizio per legge senza passare dalla contrattazione sindacale. Perché si sorvola sempre su questi temi, parlando di scuola? Perché parlando di scuola ci si dimentica sempre che le famiglie italiane non possono veramente scegliere la scuola dei propri figli all’interno del sistema nazionale di istruzione che è costituito anche dalle scuole paritarie? Basterebbe utilizzare veramente l’anno di prova per selezionare in ingresso i docenti della scuola statale e allargare quello che prevede il Family act per la fascia 0-6 a tutto il percorso scolastico, per cominciare a cambiare veramente. «Per educare un figlio ci vuole un villaggio», ci ha detto Papa Francesco il 10 Maggio 2014 rivolgendosi a tutta la scuola italiana. È urgente un piano Paese per uscire da questa crisi che prima di essere demografica riguarda il cuore stesso delle nostre famiglie, dei giovani, delle nostre scuole.

di Giacomo Gambassi

da www.avvenire.it
@Riproduzione Riservata del 27 maggio 2022

Il porporato 80enne rinuncia alla guida dell'arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve dopo aver lasciato la presidenza della Cei. «Starò fra la gente e gli ultimi».-

Il cardinale Matteo Zuppi e il cardinale Gualtiero Bassetti durante il passaggio di testimone alla guida della Cei 

«Sono molto sereno». Da mezzogiorno di oggi, venerdì 27 maggio, il cardinale Gualtiero Bassetti è arcivescovo emerito. Infatti la Sala Stampa vaticana ha comunicato che papa Francesco «ha accettato la rinuncia al governo pastorale» dell’arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve presentata dal porporato d’origine fiorentina dopo tredici anni di ministero nel capoluogo umbro. In contemporanea è stato lo stesso Bassetti a dare l’annuncio nella Curia di Perugia convocando il personale diocesano. Il cardinale ha ringraziato i collaboratori e ha spiegato che, secondo le disposizioni canoniche, la guida dell’arcidiocesi viene assunta in modo temporaneo dal vescovo ausiliare e vicario generale, Marco Salvi, in attesa che entro otto giorni si riunisca il Collegio dei consultori chiamato a scegliere il nome dell’amministratore diocesano. Sarà lui a traghettare la Chiesa locale fino all'insediamento del successore di Bassetti a cui l’ex presidente della Cei consegnerà il pastorale. «Continuerò ad ascoltare e ad amare la gente perché l’amore è la molla che muove la vita», ha detto ai giornalisti.

Era stato Bassetti a rivelare giovedì della scorsa settimana, 19 maggio, a conclusione del convegno a Perugia su Giorgio La Pira, di aver «rimesso il mio mandato nelle mani del Papa» che lo aveva ricevuto in udienza la mattina dello stesso giorno. Una decisione, quella del cardinale, legata sia al fatto di aver «compiuto ad aprile 80 anni», sia alla «scadenza del mio incarico di presidente della Conferenza episcopale italiana» che gli imponeva di restare titolare di una diocesi italiana.

L'annuncio ufficiale della rinuncia è arrivato mentre veniva diffuso il Comunicato finale dell'Assemblea generale che ha visto Bassetti per l'ultima volta presidente della Cei. Infatti martedì scorso ha lasciato la presidenza della Cei annunciando ai vescovi italiani il nome del suo successore: il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna. L’ideale passaggio di testimone è avvenuto all’ora di pranzo quando il cardinale toscano ha reso noto la decisione di Francesco di nominare Zuppi alla guida dell’episcopato italiano scegliendo il suo nome fra quelli inseriti nella terna votata dai vescovi della Penisola. Bassetti era diventato presidente della Cei nello stesso giorno di cinque anni prima: il 24 maggio 2017.

Al cardinale sono giunti i ringraziamenti dei vescovi dell’Umbria che, come evidenzia una nota della Conferenza episcopale regionale, «si stringono con ammirazione e riconoscenza» attorno a lui nel giorno in cui lascia il servizio episcopale nella Chiesa di Perugia-Città della Pieve. I pastori «ricordano con gratitudine la ricca umanità e la sapienza ecclesiale con cui ha accompagnato in questi anni la Conferenza episcopale umbra e il suo cammino, anche mentre ricopriva l’incarico prestigioso e particolarmente impegnativo di presidente della Cei». E aggiungono: «La sua generosa dedizione capace di tessere relazioni per favorire e rafforzare la comunione rimane per noi esempio “alto” di arte pastorale e preziosa eredità da raccogliere e custodire. Siamo certi di poter contare ancora sulla sua compagnia e sul suo consiglio, e gli auguriamo un tempo sereno e fecondo di frutti».

L'ex presidente della Cei si ritirerà nel palazzo vescovile di Città della Pieve. E, come aveva spiegato nella sua ultima intervista ad Avvenire, avrà uno sguardo privilegiato verso gli ultimi: «L’Umbria è terra di carità: basti pensare a san Francesco. Allora anch’io cercherò di fare altrettanto, dedicandomi ai più fragili, ai malati, ai carcerati. Mettendomi a servizio delle opere-segno attive sul territorio, offrirò quel poco che può ancora donare un uomo di 80 anni: una carezza, un sorriso, qualche parola di conforto, la benedizione del Signore». Nella nuova residenza porterà la sua vasta biblioteca: «Desidererei che questo patrimonio non vada disperso».

di Pier Giuseppe Accornero

da www.vocetempo.it
@ Riproduzione Riservata del 24 maggio 2022

76ª assemblea – Il cardinale Arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi è il nuovo presidente della Conferenza episcopale italiana per il quinquennio 2022-2027. L’ha nominato Papa Francesco martedì 24 maggio, all’inizio della 76ª assemblea da cui si è accomiatato il cardinale Gualtiero Bassetti, che ad aprile ha compiuto 80 anni.-

Cardinale Matteo Zuppi

Il cardinale arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi è nuovo presidente della Conferenza episcopale italiana per il quinquennio 2022-2027. L’ha nominato Papa Francesco martedì 24 maggio, all’inizio della 75ª assemblea dalla quale si è accomiatato il cardinale Arcivescovo di Perugia Gualtiero Bassetti, che ha compiuto in aprile 80 anni.

I vescovi hanno votato una terna che hanno consegnato al Pontefice: Zuppi, il cardinale Augusto Paolo Lojudice arcivescovo di Siena e mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale, già vicepresidente per il Sud. Promette Zuppi ai Vescovi italiani: «Ringrazio il Signore per la fiducia e ringrazio anche voi per la fiducia. Sono rimasto colpito dalle parole di Bassetti, comunione e missione. Sono le stesse parole che sento nel cuore per questo mandato. Cercherò di fare del mio meglio, ce la metterò tutta. Restiamo uniti nella sinodalità, nella comunione, nella preghiera». Poche parole che valgono come un programma.

66 anni, Zuppi nasce a Roma l’11 ottobre 1955, pronipote del cardinale Carlo Confalonieri, nel 1973 conosce Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio. «Vicino a casa c’era la fermata di un tram», racconta, «potevo scegliere se frequentare i salotti del centro o aiutare i bambini del doposcuola in periferia. Riccardi mi convinse a prendere la direzione della periferia». In quella che Paolo VI definì «capitale degli invisibili», la baraccopoli, si occupa di anziani e immigrati.

Avverte la vocazione; entra nel Seminario di Palestrina, frequenta e si laurea in Teologia alla Lateranense e in lettere all’Università di Roma con una tesi sulla storia del Cristianesimo. Prete dal 9 maggio 1981, per 19 anni è viceparroco di Santa Maria in Trastevere e poi parroco (2000-2010), la parrocchia di Sant’Egidio, frequentata anche dal card. Carlo Maria Martini. Nel 1990 collabora con Andrea Riccardi, Jaime Pedro Gonçalves e Mario Raffaelli nella mediazione per le trattative tra il governo del Mozambico e il partito di Resistência Nacional Moçambicana, impegnati dal 1975 in una sanguinosa guerra. La mediazione raggiunge il 4 ottobre 1992, dopo 27 mesi di trattative, la firma degli accordi di pace. Dal 2010 è parroco dei Santi Simone e Giuda Taddeo a Torre Angela, tra le più popolose della città. Il 31 gennaio 2012 Benedetto XVI lo nomina Vescovo ausiliare di Roma. Il 27 ottobre 2015 Francesco lo nomina arcivescovo metropolita di Bologna dopo il cardinale Carlo Caffarra.

A Bologna apre una stagione di dialogo e solidarietà. Nel 2016 sale sul palco del Primo Maggio per la festa dei lavoratori; vara un progetto «Insieme per il lavoro» che mette in rete il Comune di Bologna, la Diocesi, la Città metropolitana, le associazioni di categoria per contrastare la disoccupazione. «Non ci preoccupiamo di camminare con le scarpe rotte», spiega Zuppi, «L’importante è che nessuno vada in giro scalzo». Il 1° settembre 2019 Francesco ne annuncia la creazione a cardinale nel Concistoro. Affronta la pandemia occupandosi dei più deboli istituendo il «Fondo San Petronio», sussidio per chi è senza lavoro: sostiene le piccole aziende perché non licenzino; si impegna nell’accoglienza dei profughi ucraini e nella promozione della pace.

Intervistato dal «Corriere della Sera» il 2 maggio 2022, Bergoglio parla di «cardinale autorevole» per la presidenza Cei. È il secondo cardinale arcivescovo di Bologna che diventa presidente della Cei, dopo Antonio Poma (1969-1979) che aveva portato in porto il primo grande convegno della Chiesa italiana nel 1974 «Evangelizzazione e promozione umana». Finora non si è mai scesi sotto Roma per il presidente dell’episcopato. Presumibilmente su indicazione di Zuppi, Francesco nominerà il nuovo segretario della Cei in successione a mons. Carmine Russo, eletto Vescovo di Velletri-Segni.

La 75ª assemblea inizia – ricorda Bassetti – «con un dialogo sincero e appassionato con il Papa, lo ringrazio personalmente per il rapporto diretto con lui, per la fiducia e per il cammino percorso insieme». I Vescovi incontrano a porte chiuse, il Papa nell’«Aula Paolo VI» in Vaticano: non rivolge loro un discorso pubblico, ma ha un «botta e risposta. Bassetti ricorda «la pandemia, con le sue drammatiche ripercussioni che si faranno sentire ancora a lungo, ha fatto sì che l’intera umanità abbia percepito di essere di fatto una grande famiglia, formata da soggetti il cui destino è legato a quello degli altri.

Da oltre tre mesi siamo raggiunti e scossi dalle notizie di una guerra tanto inattesa quanto brutale e ingiustificabile. Oltre a sostenere le doverose vie diplomatiche. La Chiesa italiana è fortemente impegnata per alleviare le sofferenze della popolazione ucraina e dei rifugiati: non possiamo non continuare a chiedere pressantemente che si depongano le armi e che si apra una nuova stagione di riconciliazione, di giustizia e di pace».

Il cammino sinodale: «Il suo primo effetto importante è che ci ascoltiamo, stiamo percependo la bontà di una simile operazione. Stiamo rovesciando la piramide: noi pastori non siamo più all’inizio di ogni processo ecclesiale, ma siamo piuttosto il terminale di un percorso che coinvolge tante persone di buona volontà. Stiamo cambiando la mentalità comune che delegava tutto al Vescovo». Bassetti non ha peli sulla lingua nemmeno sulla politica: «Sono tante e delicate le questioni su cui è chiamata a decidere, come il coinvolgimento del nostro Paese nella guerra in Ucraina, l’applicazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il sostegno economico alle famiglie e alle imprese, la questione del Mezzogiorno, l’ambiente, l’immigrazione, il fine vita: la vita è sempre sacra e inviolabile e non possiamo far tacere la voce della coscienza».

«È tempo di valorizzare la dimensione femminile della Chiesa attraverso scelte concrete, che legittimino il ruolo che tante donne già svolgono in vari ambiti dalla catechesi alla carità. È tempo di compiere scelte nuove per consentire un coinvolgimento maggiore delle donne nella vita della Chiesa». I due motu proprio «Spiritus Domini» (10 gennaio 2021) e «Antiquum Ministerium (10 maggio 2021)» attendono dalla Cei e da ciascun pastore la sapienza di una loro declinazione nella prassi ecclesiale quotidiana». «Dal 27 maggio», conclude Bassetti – sarò Vescovo emerito»: ha deciso di rimanere in diocesi di Perugia. L’assemblea affronta anche il contrasto agli abusi per la tutela dei minori: «Alla Chiesa italiana stanno a cuore la sicurezza e la salvaguardia dei piccoli e dei vulnerabili».

da www.diocesitortona.it
@Riproduzione Riservata del 27 maggio 2022

Con la solenne Celebrazione Eucaristica presieduta il prossimo 10 giugno alle ore 21 in Cattedrale da Mons. Guido Marini, Vescovo di Tortona, prenderà avvio la "Peregrinatio" dell'immagine di San Marziano, patrono della Diocesi, nel 1900° del suo martirio.

La Peregrinatio durerà fino al prossimo 5 marzo 2023 e toccherà ogni vicariato del territorio diocesano. Dall'11 giugno al 15 luglio l'immagine di San Marziano sarà nel vicariato delle Valli Curone e Grue. Dal giorno seguente e fino all'8 agosto farà tappa nel vicariato di Varzi. Dal 9 al 28 agosto l'immagine marciana sarà nel vicariato di Arquata-Serravalle (Val Borbera).
Quindi, fino al 12 settembre la Peregrinatio toccherà il vicariato del genovesato.
Dal 13 al 30 settembre l'immagine del Santo patrono sarà nel vicariato di Broni-Stradella.
Si sposterà, poi, fino al 15 ottobre nel vicariato di Casteggio.
Dal 15 al 28 ottobre l'immagine del primo vescovo della Diocesi sarà nel vicariato di Novi Ligure. Fino al 7 novembre la Peregrinatio sarà nel vicariato di Voghera e quindi, fino al 25 novembre, nel vicariato padano.
Dopo una pausa per il tempo di Avvento e di Natale, la Peregrinatio riprenderà dal 10 al 22 gennaio 2023 nel vicariato di Arquata-Serravalle (Valle Scrivia) ed, infine, dal 10 febbraio al 5 marzo l’immagine di San Marziano sarà nel vicariato di Tortona.

La Santa Messa di venerdì 10 giugno sarà trasmessa in diretta streaming sui siti :

www.diocesitortona.it, www.radiopnr.it 

www.ilpopolotortona.it.

Inoltre si potrà seguire anche in diretta sui social dei media diocesani ed in FM su RadioPNR 96.400.

SCARICA LA LOCANDINA

da www.comune.voghera.pv.it
@Riproduzione Riservata del 18 maggio 2022

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Tra pochi giorni a Voghera prenderà il via la nostra amata Sensia, appuntamento che è parte integrante della storia, della tradizione e dell'identità della Città. 
Quest'anno la Sensia torna ad essere vissuta nella sua pienezza, dopo due anni difficili con le restrizioni dovute all'emergenza sanitaria.
Quella del 2022 è quindi un'edizione speciale e particolarmente importante. 
Dal 26 al 29 Maggio presso Area Ex Caserma di Cavalleria.
Cerimonia inaugurazione 26 Maggio ore 18.30, ingresso Via Gramsci.

da www.vogheranews.it
@Riproduzione Riservata del 20 maggio 2022

VOGHERA – In parallelo agli eventi del #FuoriSensia di Voghera edizione 2022, gli allievi dell’Istituto Santachiara presentano l’opera Moriresti per Amore? in collaborazione con la Parrocchia di San Rocco di Voghera.

I ragazzi, sotto la guida del docente Giuseppe Marino, hanno preparato la messa in scena dell’opera teatrale che racconta la storia di Alcesti, personaggio della mitologia greca ed eroina di una struggente storia d’amore.

Lo spettacolo verrà messo in scena venerdì 27 maggio presso il Teatro San Rocco di Voghera alle ore 21:00, con ingresso libero.

Info presso la segreteria Istituto: tel 0383 368700.

di Milena/Cav

@Riproduzione Riservata del 18 maggio 2022

Gentili Lettori,

Vi informiamo che nella Sala Pagano Piazza Cesare Battisti n. 7 - Voghera, verrà allestita una mostra dedicata al tema della "Responsabilità Genitoriale" organizzata dal CAV in collaborazione con gli studenti dell'Istituto Pascal, che hanno illustrato i gesti di cura dei figli, dei padri e delle madri.

Venerdì 20 MAGGIO alle ore 11 si terrrà la presentazione dell'opuscolo e l'inaugurazione della mostra che rimarrà aperta :

venerdì 20 maggio

sabato 21 maggio

domenica 22 maggio

Orari: 10/12.30 - 16/19

L'evento è patrocinato dal Comune di Voghera:
Assessorato per le Pari Opportunità e Famiglia Avv. Simona Virgilio
Assessorato alle Politiche Sociali Dott. Federico Taverna

Sempre grati per la stima e la fiducia che riponete nei nostri confronti, e per essere sempre generosi nel darci il Vostro aiuto concreto, Vi invitiamo a partecipare numerosi.

Con affetto.

La Presidente Costantina Marzano

il Direttivo

i Volontari

da www.vogheranews.it
@Riproduzione Riservata del 16 maggio 2022

VOGHERA – Il Comune di Voghera ha approvato il cofinanziamento del “Programma 2022/2023 per il sostegno dei servizi e delle azioni per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno della violenza nei confronti delle donne”. In seguito all’approvazione del bilancio comunale, l’Amministrazione ha deciso di stanziare, per fronteggiare questa situazione, € 2.000 per ogni annualità, per un totale complessivo, dunque, di € 4.000.

Nel 2010 il Comune di Voghera ha aderito alla rete Interistituzionale Antiviolenza della Provincia di Pavia e in data 25 Novembre 2015 ha sottoscritto, in paternariato con altri Enti Locali, Istituzioni, Piani di Zona ed Associazioni della Provincia, il “Protocollo d’Intesa per la promozione di strategie condivise finalizzate alla prevenzione e al contrasto del fenomeno della violenza nei confronti delle donne”, aderendo ai progetti co-finanziati da Regione Lombardia ed aventi come capo-fila il Comune di Pavia.
Con propria deliberazione n. 309 del 16 novembre 2021, è stata approvata la bozza di rinnovo del Protocollo d’Intesa, che prevede, tra i compiti dei comuni firmatari, la promozione e il sostegno di iniziative volte a favorire le pari opportunità e a contrastare ogni forma di discriminazione. Il protocollo è stato sottoscritto dal Comune di Voghera in data 19 novembre 2021. La rete Interistituzionale Antiviolenza della Provincia di Pavia, di cui fa parte il Comune di Voghera, ha aderito al “Programma 2022/2023 per il sostegno dei servizi e delle azioni per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno della violenza nei confronti delle donne” ex d.g.r. 4643/2021 – d.d.u.o. 14504/2021.
“Come Amministrazione Comunale, concentriamo i nostri sforzi su molteplici aspetti essenziali che meritano attenzione – sottolinea l’Assessore alle Pari Opportunità Simona Virgilio -. Attraverso questo cofinanziamento, ribadiamo la nostra volontà di prevenire e contrastare la violenza nei confronti delle donne e, in generale, sotto qualsiasi forma.
Ringraziamo il Comune di Pavia, tutti gli Enti, le Associazioni, le Forze dell’Ordine, il nostro centro antiviolenza C.H.I.A.R.A., operativo sul nostro territorio, che hanno aderito al Protocollo d’Intesa, con i quali condividiamo le strategie finalizzate all’obiettivo. E’ importante fare rete per raggiungere traguardi ambiziosi”.
L’iniziativa si inserisce in un contesto, quello legato all’antiviolenza, che è oggetto anche di un ulteriore protocollo d’intesa, sottoscritto dal Comune di Voghera con la Procura di Pavia.

da www.vogheranews.it
@Riproduzione Riservata del 17 maggio 2022

VOGHERA – Sono ufficialmente aperte le iscrizioni per i corsi di nuoto estivi che si terranno presso la “Piscina di Voghera”, l’impianto natatorio cittadino che ora è gestito da Asm Spa.

I corsi estivi prenderanno il via il 6 giugno e si svolgeranno fino al 28 giugno.

Per quanto riguarda gli adulti si terranno il lunedì ed il giovedì dalle 10,00 alle 10,45 e dalle 19,00 alle 19,45 mentre per quanto riguarda i bambini si terranno sempre nei medesimi giorni della settimana dalle 17,00 alle 17,45 e dalle 17.45 alle 18.30.

Per iscriversi ai corsi è possibile contattare la Piscina di Voghera al numero 0383.41051 oppure inviare un’email all’indirizzo receptionvoghera@asmvoghera.it.

di Daniele di Geronimo
da www.gravidanzaonline.it
@Riproduzione Riservata del 17 maggio 2022

Riposino sì o riposino no? E se sì, fino a che età? E quanto dovrebbe durare? Ecco le risposte utili per accompagnare la crescita dei propri bambini.-

Il riposino pomeridiano fa bene ai bambini o no?

Torniamo a parlare di sonno dei bambini, questa volta concentrando la nostra attenzione non su quello notturno, ma su quello diurno. Più precisamente sul cosiddetto riposino pomeridiano.

Per molti bambini è un appuntamento fondamentale che definisce la propria routine quotidiana, ma con il passare degli anni diventa spesso più difficile gestirlo. Complice l’inizio delle attività scolastiche e degli altri impegni sportivi e sociali che possono caratterizzare le giornate dei più piccoli (così come l’essere restii ad addormentarsi), per molti genitori sorge il dubbio se il pisolino pomeridiano sia benefico o meno per i propri figli.

O, meglio, qual è l’età in cui dovrebbero smettere per non instaurare un’abitudine che potrebbe rivelarsi controproducente e quanto dovrebbero durare questi riposini.

Il riposino pomeridiano fa bene ai bambini?

Partiamo dal dire che sì, il riposino pomeridiano fa bene ai bambini. In realtà fa bene a tutte le età, considerando come la carenza di sonno (poche ore di sonno, sonno disturbato, addormentarsi in momenti sbagliati della giornata, eccetera) sia un vero e proprio problema di salute tanto per i bambini quanto per gli adulti.

Ci sono decine di studi e ricerche che confermano come questo tipo di sonno, per quanto breve rispetto a quello notturno, sia fondamentale nella prima infanzia. Il riposino pomeridiano, infatti, contribuisce allo sviluppo fisico e mentale dei bambini, anche evitando che questi si stanchino troppo e che arrivino a sera troppo nervosi e agitati compromettendo anche il riposo notturno.

Ci sono decine di studi e ricerche che confermano come questo tipo di sonno, per quanto breve rispetto a quello notturno, sia fondamentale nella prima infanzia. Il riposino pomeridiano, infatti, contribuisce allo sviluppo fisico e mentale dei bambini, anche evitando che questi si stanchino troppo e che arrivino a sera troppo nervosi e agitati compromettendo anche il riposo notturno.

Non ci sono motivi, quindi, per cui i bambini debbano rinunciare al riposino pomeridiano. Ma fino a quando è utile?

Bisogna considerare come ci siano due fattori molto variabili: il temperamento di ogni bambino e l’aspetto socioculturale. L’attenzione verso il riposino pomeridiano, infatti, varia da Paese a Paese, essendoci profondi condizionamenti culturali anche per questo aspetto della vita dei più piccoli. Bisogna poi considerare come ogni bambino abbia un proprio sviluppo e che mediamente tra i 5 e i 7 anni i bambini smettono di fare il riposino pomeridiano.

Questo passaggio avviene gradualmente ed è importante che i genitori riconoscano i segnali che possano indicare come il proprio figlio non abbia più bisogno di questo pisolino. Questa consapevolezza emerge quando ci si rende conto che i bambini faticano a prendere sonno durante il giorno a conferma di come non siano più così stanchi e che quindi tale riposino si rivelerebbe inutile.

Dopo i 5 anni, come detto, la maggior parte dei bambini non dorme più il pomeriggio ma chi riesce a concedersi questo momento di riposo, anche solo della durata di 30 minuti, ottiene grandi benefici, specialmente per quel che riguarda l’umore, la concentrazione e l’energia da dedicare alle attività che svolgono. Per questo motivo un breve riposino nel pomeriggio può rimanere un’abitudine sana anche per i bambini più grandi.

Little blond boy sleeping in his bed. Restless sleep of a baby with a cold. The kid sleeps with his mouth open. My little boy sleeping by the light of the window.

5 consigli per il miglior riposino pomeridiano

Il sonno dei bambini è spesso complicato e anche se sono stanchi diventa difficile farli addormentare. Scopriamo alcuni pratici consigli per accompagnare i bambini in questa fase della loro crescita e vivere serenamente il momento del riposino pomeridiano.

1. Aspettare che siano stanchi

Quando mettere a dormire il bambino? Più che rispettare il minuto esatto è preferibile osservare il bambino e attendere che inizi a dare i primi segnali di stanchezza. È preferibile fargli fare il riposino pomeridiano quando è sì stanco, ma non esausto, in quanto più è stanco e più è irritabile e potrebbe non solo fare fatica (e metterci di più) a prendere sonno, ma anche avere un sonnellino poco sereno e benefico.

2. La qualità dell’ambiente

Crescendo i bambini necessitano di un ambiente adeguato per i loro riposini. La stanza deve essere areata, fresca e tranquilla per consentire al bambino di rilassarsi e addormentarsi. Questo significa che non devono esserci distrazioni, acustiche e luminose, che possano distrarlo e impedirgli di prendere sonno.

3. Creare l’atmosfera giusta

Il sonno è per i bambini un momento particolare: ne hanno bisogno ma spesso sono riluttanti anche perché, specialmente quelli più piccoli, lo vivono come un momento di abbandono e separazione da parte dei propri genitori. Per questo può essere utile organizzarsi per tempo e far rilassare il bambino creando un’atmosfera di coccole durante la quale raccontare una storia, leggere un libro, mettere una musica di sottofondo e qualsiasi cosa possa aiutarlo a rilassarsi.

4. Pisolino nel primo pomeriggio

Ogni bambino ha i suoi ritmi e i suoi orari, ma è preferibile fargli fare il riposino pomeridiano nel primo pomeriggio, in modo da bilanciare le ore di veglia con quelle di riposo anche in rapporto all’ora in cui solitamente il bambino va a dormire la sera.

5. Un continuo cambiamento che necessita di stabilità

Il consiglio più importante per tutti i genitori è quello di avere pazienza e accompagnare una delle tante fasi di cambiamento che i bambini vivono e che necessità di stabilità. I bambini hanno bisogno di ritmi regolari che spesso vengono sballati da tutti i cambiamenti e le novità che vivono in maniera rapida e intensa nel corso dei primi anni di vita. Riuscire ad aiutarli, perché di questo si tratta, a non rinunciare al riposino pomeridiano è quanto di più importante si possa fare per assicurargli una crescita sana e tranquilla.

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