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Bambini «speciali», nuovo strumento

di Livia Gamondi

La Fondazione TOG, Together to Go, si occupa di bambini con problemi a Milano.
Un centro di eccellenza per la riabilitazione di piccoli con lesioni del sistema nervoso.-

«Occhi che parlano» non è solo un modo di dire. Per alcuni è proprio così. La Fondazione TOG, Together to Go, si occupa di bambini speciali a Milano. E ha creato un posto speciale per loro. Un centro di eccellenza per la riabilitazione di bambini affetti da lesioni del sistema nervoso, possono essere di origine genetica o una conseguenza di traumi neonatali. I bambini hanno gravi deficit motori, cognitivi, comportamentali e di comunicazione. Hanno bisogno di riabilitazione a 360° che deve essere iniziata il più precocemente possibile, deve essere molto intensa e sempre sotto la guida di personale altamente qualificato. L’obiettivo è cercare di dare al bambino la migliore qualità di vita motoria possibile e aiutarlo ad esprimersi al massimo delle sue capacità. Nel centro TOG vengono assistiti gratuitamente 114 piccoli milanesi. I pazienti di TOG seguono un programma personale di terapie che affronta tutta la gamma delle loro difficoltà e che varia nel tempo, a seconda delle necessità ed evoluzione. I bambini fanno fisioterapia, psicomotricità, rieducazione neurocognitiva, della comunicazione, del linguaggio e musicoterapia.

Sistema di «eye tracking»

Dall’impegno ed esperienza di TOG nasce “Diamo voce ai tuoi occhi”. Il progetto di tecnologia digitale per la realizzazione di un puntatore oculare (eye tracking) che consentirà ai bambini affetti da paralisi cerebrali infantili e sindromi genetiche con ritardo mentale di comunicare attraverso gli occhi. Il piano è realizzato in collaborazione con il Centro di Neuroftalmologia dell’età evolutiva della Fondazione Mondino, Istituto Neurologico Nazionale IRCCS di Pavia. È sostenuto dalla Fondazione Just Italia che ha messo a disposizione un finanziamento di 340mila euro, ottenuto con una raccolta fondi realizzata attraverso la vendita di uno speciale Miniset benefico di prodotti cosmetici. Il sistema di “eye tracking” viene personalizzato in base alle esigenze motorie, prevede programmi di apprendimento basati su giochi e attività interattive, e una piattaforma di raccolta e analisi dei dati sul funzionamento visivo, lungo l’intero percorso riabilitativo.

Il potenziale dei bambini

Questi bambini hanno difficoltà cognitive importanti, aggravate dalla disabilità motoria. E dunque, non hanno possibilità di parlare, esprimersi con i gesti o le espressioni del viso, trasmettere le proprie emozioni e il proprio potenziale comunicativo. “Diamo voce ai tuoi occhi” vuole facilitare e aiutare i bambini a rapportarsi con il mondo e a inserirsi, quanto possibile, nella società. «È un progetto veramente straordinario che ci ha colpito per l’uso utile e benefico delle nuove tecnologie» ha commentato il presidente Fondazione Just Italia Marco Salvatori. E ha aggiunto Daniela Pernigo, vice presidente: «Ci sentiamo partecipi di una grande speranza; dare voce a questi bambini e scoprire tutto il loro potenziale. Diamo voce ai tuoi occhi è il nome perfetto per questo progetto».

Giochi e attività di apprendimento

Antonia Madella Noja con un bambino

«“Eye tracking” è un sistema assemblato di strumenti acquistabili sul mercato, semplici e poco costosi - spiega Antonia Madella Noja, segretaria generale di Fondazione TOG -. Il software di giochi e attività di apprendimento ne permetterà l’utilizzo anche a bambini affetti da patologie neurologiche complesse. La nostra Fondazione assiste oggi, gratuitamente, 114 bambini con percorsi riabilitativi personalizzati. Il supporto di Fondazione Just Italia ci consentirà di ampliare notevolmente il numero di piccoli che ne potranno beneficiare e di questo non possiamo che essere felici». «I puntatori di ultima generazione - ha dichiarato infine Sabrina Signorini, responsabile del Centro di Neuroftalmologia dell’età evolutiva della Fondazione Mondino - possono offrire un contributo alle attuali metodologie osservative e valutative nei bambini con pluridisabilità; l’ingresso di tali strumenti nella riabilitazione può fornirci anche spunti più mirati per la definizione degli obiettivi di intervento, in quanto lo sguardo uno dei principali mezzi di conoscenza e comunicazione fin dalle epoche più precoci della vita».

da www.corriere.it
@Riproduzione Riservata del 24 aprile 2018

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